Da San Fili a Sanremo, è l'anno beato di Dario Brunori

- Advertisement -

COSENZA – Da San Fili a Sanremo, aspettando San Valentino, giorno in cui uscirà il suo album “L’albero delle noci” (stesso titolo del brano portato al Festival e pure del tour estivo), Dario Brunori è praticamente in odore di beatificazione. All’annuncio in diretta al Tg1 del suo debutto in gara all’atteso evento musicale, un boato di giubilo si è levato dalla Sila al Tirreno e dal Pollino all’Aspromonte. Tutta la Calabria non aspetta altro. Totale orgoglio di appartenenza specchiato nella sua cadenza meridionale (di preciso cusentina) e nella sua fine intelligenza espressa nella battuta sempre brillante. Forse ci sarà da divertirsi più durante le interviste che sul palco, all’Ariston. Perché, quando Dario Brunori prende la parola, puntualmente qualcosa si accende. Intanto il suo brano non ha deluso la stampa al pre-ascolto delle canzoni selezionate dalla commissione di Carlo Conti.

L’aspettativa è altissima. Mentre un febbrone da cavallo nei giorni scorsi lo avrebbe costretto a preservarsi un po’ alla vigilia dell’esordio sanremese, inizia a montare la promozione del dopo Sanremo. Nel 2025 la Brunori Sas non si risparmierà: per la prossima estate sono stati annunciati 13 live nelle arene e nelle rassegne musicali più importanti, ma sul calendario è ben evidenziato l’8 agosto con il concerto al teatro dei Ruderi a Cirella di Diamante. La Brunori Sas è inoltre attesa anche nelle 8 date nei Palazzetti dello Sport in giro per l’Italia (sold out quello di Roma il 19 marzo) e, sempre dal vivo ma con l’orchestra, nelle due imperdibili serate all’Arena di Verona (3 ottobre) ed al Circo Massimo (18 giugno). Amatissimo da colleghi musicisti, da attori e soprattutto dal pubblico che da quasi vent’anni lo segue con una devozione quasi religiosa fin dalla gavetta nei locali di Rende e dintorni, Dario Brunori ha fatto del culto di un ozio pensante la sua cifra, raccogliendone i frutti all’ombra di un albero di noci. Lo stesso albero, ha dichiarato lui, che lo ispira dalla finestra della sua casa a San Fili, il buen retiro, il paese-presepe poco fuori Cosenza e molto fuori dai grandi centri di produzione discografica che non collimano con i suoi modi (e tempi) serafici.

Il successo per Brunori sta qui, al cospetto di un noce bianco, a godersi in pace le giornate con la compagna di una vita, Simona, e la figlia Fiammetta a cui sembrano rimandare i versi del brano sanremese. E poi c’è la mamma di Dario, ribattezzata all’unisono “Mammarella Sas”, che oggi non sta nella pelle perché da bambina guardava il Festival di Sanremo e non poteva immaginare che nel 2025 proprio il suo Dario sarebbe stato della competizione. Il giorno dell’uscita dell’album, venerdì 14 febbraio, Brunori dedicherà la serata delle cover a Lucio Dalla interpretando con Riccardo Sinigallia e Dimartino “L’anno che verrà”. Come gli ha pubblicamente augurato con una lettera la sua “mammarella Sas”: “A’ Madonna t’accumpagna, figlio mio”. Senza dimenticare (solo per veri cosentini) San Francesco di Paola. Perché da San Fili a Sanremo passando per San Valentino è l’anno “beato” di Dario.