Il funerale di “Nannuzzu Carnulivaru” e la “Supprissatara”. Il carnevale a Luzzi tra tradizione e satira

Il paese custodisce due antiche tradizioni che rendono la festa del Carenvale unica: il canto itinerante di casa in casa e il funerale del Carnevale che ricorda, con ironia, la ciclicità del tempo e il passaggio dal caos festoso all’ordine quaresimale

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LUZZI (CS) – Il Carnevale è una delle festività più attese a Luzzi. Un momento di gioia, colore e condivisione che coinvolge l’intera comunità. Oltre alla tradizionale sfilata carnevalesca, animata da carri allegorici e maschere realizzate con la partecipazione di scuole e associazioni del territorio, il paese custodisce due antiche tradizioni che rendono questa festa unica e che si ripeteranno, come ogni anno, questa sera e martedì sera 4 marzo: “a Supprissatara” e il corteo funebre di “Nannuzzu Carnulivaru”.

“A Suprissatara”: il Canto della Festa

“A Supprissatara” è un’antica tradizione carnevalesca luzzese che affonda le sue radici nella cultura popolare del paese. Si tratta di un canto itinerante che viene intonato di notte da gruppi di persone che, spostandosi di casa in casa, portano auguri di gioia e prosperità agli abitanti. Il canto, spesso accompagnato da strumenti musicali tradizionali, è un inno alla spensieratezza e alla convivialità, elementi fondamentali dello spirito carnevalesco. L’usanza vuole che i gruppi di cantori vengano accolti con ospitalità dagli abitanti, che offrono loro cibo e vino in segno di ringraziamento. Questa pratica non è solo un’occasione per festeggiare, ma rappresenta anche un importante momento di aggregazione sociale, in cui si rinsaldano legami e si tramandano usanze di generazione in generazione.

Il Corteo Funebre di “Nannuzzu Carnulivaru”

Se “a Supprissatara” è un inno alla festa, il corteo funebre di “Nannuzzu Carnulivaru” rappresenta l’altro lato del Carnevale: la sua fine. Questa tradizione, dal forte carattere satirico, inscena un vero e proprio funerale simbolico del Carnevale, con tanto di bara, prete, coro funebre e pianti disperati. La rappresentazione si svolge l’ultimo giorno di Carnevale e ha lo scopo di simboleggiare la fine del periodo di festa e l’arrivo della Quaresima, momento di raccoglimento e riflessione. Durante il corteo, il “defunto” Nannuzzu Carnulivaru viene accompagnato per le vie del paese tra scene grottesche e parodie del rito funebre, fino alla lettura del suo testamento, un momento di satira in cui si ironizza su eventi e personaggi della comunità.

Un Carnevale di Tradizioni e Comunità

Le celebrazioni carnevalesche di Luzzi uniscono il divertimento alla tradizione, mantenendo vive usanze che raccontano la storia e l’identità del paese. Da un lato, “a Supprissatara” rappresenta il desiderio di gioia e abbondanza, dall’altro, il corteo funebre di “Nannuzzu Carnulivaru” ricorda, con ironia, la ciclicità del tempo e il passaggio dal caos festoso all’ordine quaresimale. Queste tradizioni, tramandate di generazione in generazione, continuano a essere un elemento distintivo del Carnevale luzzese, un patrimonio culturale da custodire e valorizzare affinché possano essere vissute e apprezzate anche dalle future generazioni.

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