Il dolore di San Giovanni in Fiore per la morte di Serafino Congi. In 2mila al corteo «sia fatta giustizia»
Erano almeno 2.000 le persone che hanno attraversato le vie di San Giovanni in Fiore per ricordare Serafino Congi. Dolore, rabbia e sconcerto per l'ennesima morte assurda che probabilmente si poteva e si doveva evitare.
SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Mentre la Procura di Cosenza ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia per omicidio colposo presentata sabato notte dalla famiglia di Serafino Congi e l’Asp ha avviato un’indagine con una commissione d’inchiesta interna, alla quale spetterà il compito di chiarire eventuali responsabilità sulla morte di Serafino Congi, il 48enne deceduto in ambulanza mentre veniva trasferito da San Giovanni in Fiore all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, la città di San Giovanni in Fiore si è fermata e si è ritrovata questo pomeriggio per un corteo silenzioso e doloroso partito da piazzale Acri. C’era tutta una comunità attonita che si è stretta attorno alla famiglia e che con fermezza chiede giustizia sulla morte del 48enne dopo aver atteso circa oltre 3 ore un’ambulanza medicalizzata.
Il corteo per Serafino Congi “Siamo tutti Serafino”
Erano almeno 2.000 le persone che hanno attraversato le vie della città. Dolore, rabbia e sconcerto per l’ennesima morte assurda che probabilmente si poteva e si doveva evitare. In testa la corteo gli amici di sempre, con uno striscione che recitava “Siamo tutti Serafino” mentre in sottofondo c’era la musica dei Doors il gruppo amato dal 48enne padre di due bimbe. Il corteo si è poi fermato sotto casa di Serafino Congi dove è partito un applauso spontaneo per poi dirigersi verso l’ospedale di San Giovanni in fiore. «Sia fatta giustizia, non è possibile morire nel 2024 ancora una volta perché si aspetta un’ambulanza che arriva dopo ore» spiegano alcune persone provate dal dolore. Qualcuno ci dice che «Serafino si sarebbe salvato se non ci fosse stato un ritardo così lungo».
A raccontare il dramma vissuto ieri la moglie Caterina: «dopo pranzo Serafino si è sentito male, diceva di sentirsi soffocare e insisteva per andare al pronto soccorso di San Giovanni in Fiore. Quando siamo arrivati nel nosocomio, nonostante i sintomi e la forte agitazione gli hanno dato un codice giallo. Due ore dopo ci dicono che aveva un infarto in corso ma l’ambulanza per trasportarlo in ospedale non può partire perché non c’è neanche un medico. Quando è arrivata quella da Cosenza è ormai buio, sono le 18.15, sono passate tre ore dal nostro arrivo al pronto soccorso. Serafino muore in ambulanza alle 18.50. Adesso chiedo solo che si faccia sulla luce su questa morte assurda, sul perché un comune montano difficilmente raggiungibile possa essere lasciato senza medici».
E mentre si attende l’esito dell’autopsia sul corpo del 48enne il Movimento 5 Stelle ha annunciato interrogazioni parlando di vicenda gravissima e inaccettabile «la sopravvivenza delle persone dipende dal luogo in cui risiedono e che il sistema dell’emergenza-urgenza non offre alcuna garanzia nelle aree montane della Calabria. Sulla vicenda – annunciano i rappresentanti M5S – presenteremo apposite interrogazioni. Forse il paziente, peraltro padre di due bambine, si sarebbe salvato, se non ci fosse stato un ritardo così pesante e ingiustificabile nel suo trasferimento all’ospedale di Cosenza».