La discarica di Scala Coeli, un disastro ambientale: sospesi funzionario Arpacal e direttore dei lavori
La Procura di Castrovillari ha disposto la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale
CASTROVILLARI (CS) – Discarica di Scala Coeli: Questa mattina i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Catanzaro, supportati dai militari del Comando Provinciale C.C. di Cosenza, hanno dato esecuzione all’ordinanza di misura cautelare personale con la quale il GIP presso il Tribunale di Castrovillari, su richiesta della Procura della Repubblica, dopo avere disposto il 29 ottobre scorso, ilsequestro della discarica per rifiuti speciali non pericolosi di Scala Coeli per il delitto di disastro ambientale, ha applicato la misura cautelare del divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere, per la durata di mesi dodici, nei confronti del Direttore dei Lavori relativi alla realizzazione del secondo invaso della discarica.
Al direttore viene contestato il concorso nel reato di disastro ambientale. Con il medesimo provvedimento, il GIP ha applicato la misura cautelare della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nei confronti di un funzionario dell’ARPA.CAL in relazione alla provvisoria imputazione di rifiuto di atti di ufficio (art. 328, comma 1, c.p.).
Discarica di Scala Coeli gli illeciti riscontrati
In particolare, a livello di gravità indiziaria e salvo le successive verifiche, si è ritenuto che il Direttore dei Lavori avrebbe concorso con altri soggetti (l’amministratore del tempo della società titolare della discarica, i due amministratori della società esecutrice dei lavori relativi all’impianto, l’amministratore della società che ha realizzato l’impermeabilizzazione dell’invaso), nel reato di disastro ambientale, concordando con essi l’installazione di una tubazione, successivamente tombata, con diametro di 60 cm e lunghezza superiore a 60 m, non prevista in progetto né autorizzata dalla Regione Calabria, posta nella parte inferiore dell’invaso e che avrebbe consentito al percolato di fluire all’esterno dell’argine artificiale, omettendone, altresì, la segnalazione agli enti preposti; inoltre, egli avrebbe attestato, con apposito verbale, la corretta realizzazione dei lavori in trattazione, circostanza che non sarebbe corrispondente al vero.
Le accuse al funzionario ARPACAL
In relazione alla posizione del funzionario ARPACAL, si è altresì ritenuto, del pari a livello di gravità indiziaria e salvo le successive verifiche, che questi, nell’esercizio delle funzioni, pur avendo accertato, a seguito di controllo ispettivo effettuato in data 02.01.2023, la presenza di circa 40 cm di percolato sul fondo del secondo invaso, avrebbe omesso di redigere un compiuto verbale ispettivo contenente, in particolare, il riscontro della violazione nella parte in cui che impone al titolare della discarica la completa rimozione del percolato insistente al di sopra del sistema di impermeabilizzazione; avrebbe, altresì, omesso di effettuare le conseguenti comunicazioni alle competenti autorità amministrative e giudiziarie, alle quali era tenuto per legge.