Le acque del Crati si autorigenerano per resistere all’inquinamento – VIDEO

Ad illustrarne alla nostra redazione il meccanismo 'autopulente' è Agostino Brusco direttore delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia

TARSIA (CS) – La maladepurazione minaccia il Crati. Lungo 82 chilometri, il fiume più grande della Calabria difende i suoi delicati habitat con una particolare forza rigenerativa. Una sorta di autoguarigione attraverso un naturale processo di fitodepurazione. Gli scarichi incontrollati dei reflui fognari e dei liquami industriali, l’agricoltura intensiva e in aree golenali, le attività turistiche, le discariche abusive, lo sfruttamento eccessivo della risorsa acqua, la circolazione stradale rischiano però di alterare l’ecosistema dell’area che vanta la maggiore biodiversità d’Europa, unica nel suo genere nell’intero Mediterraneo. Eppure il corso d’acqua nonostante sia compromesso per circa il 60%, incassa i colpi dell’inquinamento e mantiene una funzionalità ottimo-buona nel 15% del suo tracciato. Ad illustrarne il meccanismo “autopulente” è Agostino Brusco direttore delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati, 580 ettari in provincia di Cosenza tra Cassano Jonio, Corigliano Rossano, Tarsia e Santa Sofia d’Epiro, di significativo valore ecologico a livello internazionale ed inseriti nelle Zone Speciali di Conservazione comunitarie.

L’autorigenerazione del Crati

La maladepurazione e il cattivo uso del corso fluviale – spiega Brusco – potrebbero provocare fenomeni anomali e minare la tutela di questi ecosistemi. Osserviamo e monitoriamo periodicamente lo stato di salute delle acque. Abbiamo fatto una sorta di radiografia del Crati rivolgendo particolare attenzione alle due Riserve e al ruolo che giocano nel far defluire il Crati verso il mare. Le analisi biologiche, chimiche e le ricerche sull’accumulo di metalli anche negli invertebrati hanno rivelato che ha una grande capacità di rigenerarsi. Subisce un’enorme pressione perché attraversa Cosenza, Montalto e Rende prima di arrivare al Lago di Tarsia e poi alla Foce, però non si prosciuga, mantiene sempre il deflusso minimo vitale. In più riceve lungo il suo cammino delle acque pure e limpide sia dalla Sila con il Mucone, sia dai torrenti della catena costiera, sia dal Pollino con il Coscile. E ciò gli consente di auto-depurarsi”.

Crati

La fitodepurazione naturale

“La foce del Crati è una foresta ancestrale pianeggiante – ricorda Brusco – dove le piante fungono da depuratori naturali. Un’azione che riesce a sopportare e smaltire i contaminanti che provengono da monte e che vengono sversati in acqua lungo il suo cammino verso il mare. Sono dati scientifici estrapolati dallo studio dei sedimenti, della flora, della fauna e di tutto lo stress subito dall’ecosistema. Da queste analisi emerge che vi sono dei punti dove la qualità delle acque è pessima, mentre quando approda alla foce si depura grazie all’alta funzionalità fluviale e al perfetto dinamismo vegetazionale. Nell’ultimo tratto, prima di sfociare nello Jonio, è come se venisse filtrato da un impianto di fitodepurazione da questo relitto di bosco planiziale”.

Crati 3

La qualità delle acque del Crati

“Sul fronte dell’inquinamento nell’area delle Riserve naturali regionali del Lago di Tarsia e della Foce del fiume Crati – rivela il direttore – non abbiamo mai registrato dati allarmanti. Non sono balneabili almeno lungo i primi 400 metri di entrambe le sponde, ma per legge, come succede in tutti i fiumi italiani. La pressione della presenza di attività produttive o di insediamenti urbani lungo il Crati è però evidente. Abbiamo acque “eccellenti” in Sila dove nasce, a Timpone San Bruno. Quando poi attraversa Cosenza, Rende, Montalto, Torano e Bisignano rileviamo una qualità scarsa che migliora solo prima di sfociare in mare quando viene appunto filtrata dalla vegetazione presente alla foce che ne compensa gli squilibri ecologici. Nella Media Valle del Crati, lo studio condotto nel biennio 2008-2010, ha infatti riscontrato una situazione di maggiore compromissione con valori elevati di: nitriti, fosfati, azoto ammoniacale, rame, nichel, cadmio, piombo e mercurio con un evidente inquinamento fecale indicato dall’elevata presenza di escherichia coli. In sintesi tutta l’area della valle del Crati da Cosenza alla Piana di Sibari, ad eccezione dei tratti compresi a monte nei pressi della sorgente e quelli all’interno delle Riserve, si registra una funzionalità mediocre-scarsa”.

Lo stress delle acque del Crati

“Il fiume Crati dalla confluenza con il Busento al Lago di Tarsia – ricorda Brusco – attraversa un’area ricca di insediamenti urbani e industriali. Tra Cosenza e Mongrassano nel 2010 sono stati censiti 35 insediamenti (alcuni operativi e altri dismessi) di prelievo e lavorazione di inerti e lungo tutta l’asta fluviale erano presenti rifiuti abbandonati. L’altro tratto sottoposto a forti pressioni è a valle tra Terranova da Sibari, Corigliano e la Piana di Sibari dove viene praticata un’agricoltura intensiva con un utilizzo insostenibile del suolo e dell’acqua. Non dobbiamo però dimenticare che il Crati è stato sempre sfruttato dall’uomo senza una precisa programmazione tecnica o con dei vincoli di tutela definiti, eccetto per le Riserve naturali del lago di Tarsia e della Foce. Nonostante tutto attualmente funge da fitodepuratore naturale e custodisce un patrimonio di biodiversità unico nel Mediterraneo. In generale è bene sapere che qualsiasi impianto se messo a regime e gestito a norma di legge, con le odierne tecnologie d’avanguardia non inquina. Il problema della depurazione è nell’amministrazione quotidiana delle pompe e dei flussi in arrivo, nonché del mancato collettamento di attività commerciali, produttive e civili abitazioni alle reti fognarie”.

 

- Pubblicità Sky-

Social

80,052FansMi piace
3,585FollowerSegui
2,768FollowerSegui
2,040IscrittiIscriviti

Categorie

Correlati

Cosenza: oltre un milione di euro per smantellare la Casa delle...

COSENZA – La Casa delle Culture di Cosenza è stata ristrutturata e affidata per 3 anni a un privato: la cooperativa Teatro in Note....

Ripigliati Cosenza invita tutti a unirsi per creare un bosco commestibile...

COSENZA – Buona volontà e rastrello. Nei giardini del Ricovero Umberto I abbandonato, nel centro storico di Cosenza, un gruppo di persone è da...

Incidenti e pedoni feriti a ridosso dell’Università, Rende lavora alla “bretella”

RENDE (CS) – Quasi 1 incidente su 3 a Rende negli ultimi 10 anni è avvenuto nella zona universitaria. Tra Quattromiglia e Arcavacata si...

Boom di presenze al Vinitaly and the City di Sibari: i...

CASSANO ALLO JONIO (CS) – Ben 20mila persone hanno affollato il Parco Archeologico di Sibari. L’edizione calabrese del Vinitaly and the City, secondo gli...

Migliaia di persone nel Parco Archeologico di Sibari per il Vinitaly...

 CASSANO ALLO JONIO (CS) –  Il Vinitaly oltrepassa i confini veneti. E approda in Calabria da protagonista nell’ultimo scorcio di estate all’interno del Parco...

Morto a 21 anni in carcere a Paola, la Procura apre...

PAOLA (CS) – Morto in carcere a 21 anni. Il decesso di Giuseppe Spolzino di Sala Consilina ha indotto la Procura di Paola ad...
quicosenza

GRATIS
VISUALIZZA