Mercure, Occhiuto minaccia le dimissioni: “No alla centrale a biomasse nel Parco del Pollino”

Il presidente della Giunta regionale della Calabria ha minacciato le dimissioni quando il Pd ha proposto l'abrogazione della legge sull'ambiente che vieta di realizzare impianti di energia biomasse in parchi nazionali e regionali

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REGGIO CALABRIA – Il presidente della Giunta regionale della Calabria Roberto Occhiuto ha minacciato le dimissioni su una legge sull’ambiente che coinvoge la centrale a biomasse del Mercure. Lo ha fatto in Consiglio regionale quando l’esponente del Pd Giovanni Muraca ha chiesto l’inserimento all’ordine del giorno della seduta di un progetto di legge per l’abrogazione dell’articolo della legge regionale 36/2024 che introduce il divieto di realizzare impianti di produzione energetica alimentati da biomasse nei parchi nazionali e regionali della Calabria con una potenza superiore a 10 mw termici.

Il pdl salva-centrale biomasse e la protesta dei lavoratori

Tale norma prevede anche l’obbligo per gli impianti esistenti di ridurre la potenza entro sei mesi, pena la revoca delle autorizzazioni. Una norma che ha creato preoccupazioni tra i lavoratori del settore forestale del Mercure, che stamattina hanno manifestato davanti all’ingresso di palazzo Campanella. Una delegazione è stata anche ricevuta dal presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso. La proposta di Muraca non è stata poi ammessa per mancanza di firme.

Occhiuto: “No alla centrale nel parco più bello d’Europa”

“Intervengo – ha detto Occhiuto – anche per dichiarare il mio voto nel caso fosse posta all’ordine del giorno questa proposta di legge che nasce da una decisione del governo regionale di un anno fa, quando la giunta, con propria delibera, approvando il piano del parco, disse sostanzialmente che nel parco più bello d’Europa, il Parco del Pollino, non ci può stare una centrale a biomasse che è tra le più grandi d’Italia e d’Europa. Poi c’è stato un intervento legislativo del Consiglio regionale che, come ha ricordato lei – ha aggiunto Occhiuto rivolto a Muraca – è sottoposto ad una procedura da parte del governo che vuole impugnarlo. Ma sia chiaro. Per quanto mi riguarda il governo regionale non è disponibile a cedere nemmeno di un millimetro”.

“Io – ha detto ancora Occhiuto – sono disponibile a confrontarmi con tutti. Avrei voluto farlo anche con quelli che stavano davanti al Consiglio regionale oggi. Ma nei modi che sono richiesti dal buon funzionamento delle istituzioni. Chi mi conosce sa che non mi sono mai negato al confronto, ma questo deve venire attraverso una richiesta di appuntamento nei luoghi del governo regionale. Io sono disponibile a confrontarmi con tutti ma non sono disponibile ad alcun cedimento su un principio che ho ritenuto fondamentale in questi tre anni: quello secondo il quale l’ambiente è una risorsa economica di sviluppo per la Calabria. Abbiamo dimostrato che questo è il nostro modo di procedere, in tante occasioni, anche quando abbiamo fatto interventi sulla depurazione, a volte contestati, o per l’abbattimento di manufatti abusivi. Per quanto mi riguarda questo è un principio inderogabile”.

“Quindi – ha concluso Occhiuto – lo voglio dire con grande chiarezza: nell’ipotesi fosse messa in votazione questa proposta di inserimento all’ordine del giorno, io voterei contro. Chiederei alla mia maggioranza di votare contro e se ci fosse un risultato diverso, significherebbe, evidentemente, che questa maggioranza che il presidente cerca, non è sottoscritta. E in più, significa che entro un’ora io rassegnerei le mie dimissioni da presidente della Giunta regionale nelle mani del presidente del Consiglio regionale”.

Centrale Mercure, il Pd abbandona il Consiglio Regionale

“Il gruppo del Pd davanti all’ennesimo atto di arroganza da parte del governatore Occhiuto e della sua maggioranza ha deciso di abbandonare l’Aula, ritenendo inaccettabile la decisione di non richiamare in Consiglio il testo di legge per l’abrogazione dell’emendamento che blocca la centrale del Mercure”. A sostenerlo il gruppo del Pd alla Regione. “Non esistono numeri previsti dal regolamento per richiamare provvedimenti in Aula – è scritto in una nota – ma esiste il rispetto verso i sindaci e i rappresentanti delle Comunità interessate che hanno manifestato davanti a palazzo Campanella per difendere l’impianto, i posti di lavoro e il futuro del territorio”.

“Il consigliere Giovanni Muraca – prosegue la nota – ha richiamato nel suo intervento quanto si era deciso in Commissione, dopo una riunione di nove ore e cioè di rimandare la discussione in Consiglio sulle diverse proposte di legge presentate sulla centrale. Il centrodestra, però, si è opposto. Obbedendo agli ordini di scuderia di Occhiuto che avrebbe posto la fiducia nel caso in cui il testo di legge fosse stato richiamato”. “Un ambientalismo a corrente alternata – ha spiegato Muraca- considerando le posizioni del centrodestra sul rigassificatore di Gioia Tauro”.

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