Profezie di Gioacchino da Fiore: chi è Gog, l’ultimo anticristo dell’apocalisse?

Gog è una figura misteriosa che appare nella Bibbia, ma anche nella cultura islamica e negli scritti ebraici. Una volta sconfitto, l’umanità vivrà senza conflitti

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SAN GIOVANNI IN FIORE (CS) – Un abate calabrese “di spirito profetico dotato”. Gioacchino da Fiore è descritto così da Dante Alighieri che lo colloca in Paradiso, tra gli spiriti sapienti della Divina Commedia. Proiettato nei cinema dal 5 dicembre, il film Il monaco che vinse l’Apocalisse diretto da Jordan River e ispirato alla vita del teologo nato tra i boschi della Sila, alimenta in queste settimane le curiosità di un pensatore ritenuto veggente. Un uomo che raggiunti i 33 anni d’età abbandonò l’attività notarile per dedicarsi esclusivamente alla religione. Tra studi e pellegrinaggi iniziò ad avere visioni, proiezioni del futuro dell’umanità. Manifestazioni mistiche che descrivono l’apocalisse della Bibbia come evento prossimo a venire. Profezie illustrate in disegni che mostrano il processo per giungere ai tempi di pace, dopo aver sconfitto l’ultimo anticristo: Gog. Una figura misteriosa che appare nel Nuovo Testamento della Bibbia, ma anche nella cultura islamica e negli scritti ebraici.

L’Apocalisse secondo Gioacchino

Il drago a sette teste e la sua coda sintetizzano le visioni dell’apocalisse di Gioacchino da Fiore. “È la prima immagine nella quale l’abate inserisce segni del male“ spiega Giuseppe Riccardo Succurro, presidente del Centro Internazionale di Studi Gioachimiti. “Gioacchino studia l’Apocalisse delle Sacre Scritture – chiarisce Succurro – e disegna i persecutori della Chiesa e dell’umanità nella sua Expositio super Apocalypsim di cui stiamo per pubblicare l’edizione critica. Interpreta il giudizio universale in termini molto positivi: il bene vince e sulla terra regna la beatitudine. Inserisce la speranza, a differenza di tutti i padri della Chiesa che lo avevano preceduto. L’uomo diventa autore del proprio destino. Gog, l’ultimo anticristo che perseguita il mondo, verrà secondo Gioacchino annientato per sempre dopo una battaglia “in terra e in cielo”.

L’arrivo dell’ultimo anticristo

L’ultimo anticristo segna un punto di svolta nella storia, non la fine dei tempi. Gog verrà punito “con il fuoco e con lo zolfo” versato dal cielo e precipiterà nello stagno. Satana che seduce le genti e le conduce alla guerra – dice Succurro illustrando le teorie gioachimite – verrà incarcerato nell’abisso. È una sconfitta definitiva che arriva dopo aver sconfitto: i primi sei re che hanno perseguitato la Chiesa (Erode, Nerone, Costanzo, Maometto, Mesemoto, Saladino), il primo anticristo (al quale Gioacchino non dà un nome, ma dice che il suo arrivo è imminente) e l’ultimo anticristo. Si giunge così all’età dello Spirito Santo: un periodo di giustizia dove le strutture sociali sono più vicine agli uomini e la Chiesa si sveste dai poteri temporali per dedicarsi solo allo spirito. L’uomo è al vertice al fianco di Dio, come un suo pari, al di sopra delle gerarchie angeliche. Ogni essere umano nella sua vita attraversa l’intera storia dell’umanità: ciò che siamo, ciò che siamo stati (memoria del passato) e ciò che saremo (anticipazione del futuro). Per questo motivo il destino è nelle nostre mani per Gioacchino. Seguendo le sue interpretazioni possiamo dire che oggi sicuramente siamo in un’era in cui non abbiamo ancora sconfitto l’anticristo. Dalla Calabria però Gioacchino da Fiore è riuscito a tramandare nei secoli un messaggio di speranza all’umanità”.

Il drago a sette teste

Andrea Tagliapietra

, professore di Storia della filosofia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, ha collaborato nello scrivere la sceneggiatura del film Il monaco che vinse l’Apocalisse, fornendo un contributo scientifico alla realizzazione della pellicola. “Il drago a sette teste compare nella Bibbia, – ricorda Tagliapietra – siede di fronte la Madonna partoriente per divorarne il figlio che stava per nascere. Rappresenta lo scontro tra il bene e il male, la vita e la morte, emblema di tutti i conflitti della storia. Le tavole del Liber Figurarum di Gioacchino da Fiore disegnano alcuni aspetti dell’apocalisse raccontata nelle Sacre Scritture. Le teste sono riferite a personaggi storici particolarmente significativi: Erode perché ha tentato di uccidere Gesù nella strage degli innocenti; Nerone per avere perseguitato i cristiani così come Costanzo; Maometto perché fonda la religione musulmana; Mesemoto in quanto avversario della Chiesa; Saladino era contemporaneo di Gioacchino e nel 1184 stava avanzando militarmente nella conquista di Gerusalemme. Il settimo re, definito anticristo, non è noto. Gioacchino muore nel 1202 e pensava che nel 1260 sarebbe iniziata la terza età. Le profezie nel Medioevo venivano usate come propaganda, Federico II di Svevia è così additato dai suoi nemici come l’anticristo. Non lo scrive Gioacchino da Fiore che aveva un buon rapporto con Enrico VI e l’imperatrice Costanza (genitori di Federico II di Svevia), alla quale annuncia che suo figlio sarà lo “stupor mundi”. Il monaco calabrese auspicava la collaborazione tra papi e imperatori per il raggiungimento del “bene”, ma gli scontri accesi tra potere spirituale e temporale rendevano i suoi ideali pericolosi. Osteggiate ed estremamente rare le copie dei suoi scritti”.

Chi è Gog, l’ultimo anticristo

“Il trattato sull’apocalisse di Gioacchino da Fiore annuncia un possibile futuro che si verificherà solo se gli esseri umani faranno alcuni cambiamenti. Il giudizio universale è una trasformazione. La coda del drago – precisa Tagliapietra – è la battaglia finale tra bene e male. L’anticristo è una figura misteriosa che compare nel Nuovo Testamento, una specie di seduttore che sembra fare il bene, ma fa il male: una sorta di falso Cristo. Un’entità in grado di sedurre le popolazioni e di portarle a sé con la persuasione più che con la violenza. Le sette teste del drago disegnato da Gioacchino scandiscono il tempo del male sulla terra, i grandi disastri della storia, la coda è questa fase di inganno dell’umanità. Lui afferma che la Bibbia corrisponde alla storia e quindi individua alcune personalità realmente esistite. La sua rivoluzione però sta nel mettere in discussione i rapporti tra classi sociali.

Immagina un futuro dove il potere è di tutti, uno stato comunistico universale, simile alla dimensione di un monastero dove si vive senza la proprietà privata ed ogni cosa si condivide. Un tempo che arriverà quando avrà fine il conflitto tra i potenti della Terra. In quel momento il culto religioso non sarà più separato dalla vita quotidiana. Anzi. Saranno le azioni terrene a diventare manifestazioni di Dio. Il grande scontro finale con l’ultimo anticristo oggi può far fantasticare su tante cose. Gioacchino dice che per annullare i conflitti bisogna combattere le strutture di dominio della società: ieri era il feudalesimo, oggi è il capitalismo, il mercato finanziario, le multinazionali spietate. Insegna che i rapporti di forza possono cambiare, ma dipende da noi. È innegabile che la storia sia fatta dagli esseri umani. L’anticristo però non è una persona, ma un modo di pensare e agire che non tiene conto delle sue conseguenze nefaste”.

Foto: Centro Internazionale di Studi Gioachimiti

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