Funghi e boschi presi d’assalto. Tra dispersi e incidenti 20 persone soccorse in un mese «si sottovaluta il pericolo»
Una pratica diffusa in autunno, soprattutto in Calabria, quella di andare alla ricerca di funghi. In tanti si avventurano nei boschi ma il pericolo è concreto. In poco più di un mese numerosi sono stati gli interventi di soccorso e ricerca
COSENZA – A caccia di funghi sottovalutando i pericoli. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello di un 65enne, che ha perso l’orientamento nel parco d’Aspromonte ed è stato ritrovato questa mattina dopo aver trascorso la notte all’addiaccio. Dal Pollino alla Sila, dall’Aspromonte alle Serre Vibonesi, sono diversi gli incidenti che puntualmente si verificano in Calabria tra la fine dell’estate e l’inizio dell’autunno, quando migliaia di appassionati, ma anche persone senza alcuna esperienza, prendono d’assalto le nostre montagne, avventurandosi all’interno di boschi e sentieri alla ricerca di funghi.
Solo da settembre ad oggi sono stati una ventina i “cercatori di funghi” che, dopo essersi addentrati nei boschi, hanno perso l’orientamento o si sono infortunati. Per ritrovarli è stato necessario attivare le ricerche di uomini e mezzi, personale del Soccorso Alpino, ma anche Vigili del fuoco, carabinieri e Protezione civile. Soccorritori, chiamati a soccorrere persone che, evidentemente, sfidando le insidie della montagna e non si rendono conto del pericolo che corrono.
La mancanza del tesserino obbligatorio
Senza considerare che molti fanno razzia di funghi senza il tesserino (obbligatorio). Per raccogliere funghi sulle nostre montagne è necessario ed obbligatorio avere un tesserino e che, in alcune zone, è assolutamente vietata la raccolta, anche di un solo esemplare. La raccolta e commercializzazione dei funghi in Calabria è regolamentata dalla Legge Regionale 26 novembre 2001 e subordinata al possesso di una tessera nominativa amatoriale e professionale dei permessi previsti. Tesserini amatoriale e professionale restano validi per 5 anni dalla data del rilascio, previo pagamento annuale dell’importo dovuto alla Regione Calabria.
Da una passeggiata in cerca di funghi ad una vera emergenza
I boschi, specialmente in alcune zone montuose o impervie, possono essere labirinti intricati. Basta pochissimo per perdere l’orientamento mentre si è concentrati a cercare funghi, magari camminando per ore senza rendersi conto della direzione in cui ci si sta muovendo. La mancanza di preparazione fisica, di un’adeguato abbigliamento (scarpe non adatte e abbigliamento troppo leggero), la pochissima conoscenza del territorio e l’assenza di strumentazione può trasformare una tranquilla passeggiata in una vera e propria emergenza.
Camminare su terreni scoscesi, pieni di foglie umide, radici sporgenti e rocce scivolose può facilmente causare cadute e infortuni. Distorsioni, fratture e contusioni sono tra gli incidenti più comuni. Spesso, chi raccoglie funghi si avventura in zone remote, lontano da strade o sentieri battuti, rendendo difficile il soccorso in caso di emergenza.
“Andare a funghi prestando la massima attenzione”
Per questi motivi, il Soccorso Alpino e Speleologico Calabria ha inteso ribadire che «andare a funghi è pericoloso e non va sottovalutato. Spesso si riscontra la mancanza di preparazione ad affondare terreni che possono dimostrarsi insidiosi; oppure l’utilizzo di calzature non idonee all’ambiente che potrebbero essere causa di scivolate e successive cadute: non bisogna dimenticare che nella maggior parte dei casi ci si trova su terreni impervi di collina e montagna».
Il Soccorso Alpino consiglia l’attivazione di Georesq, un’app gratuita e progettata dal Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico – CNSAS, promossa dal CAI – Club Alpino Italiano con il supporto del Ministero del Turismo che, durante le attività outdoor, permette di inviare un allarme direttamente alla Centrale Operativa del CNSAS comunicando posizione e percorso, riducendo notevolmente i tempi di arrivo delle squadre di tecnici di soccorso.
Fungaioli da soli nei boschi per mantenere segreto “il posto”
È frequente che i cercatori di funghi si muovano da soli per mantenere segreti i luoghi di raccolta; nulla di più rischioso perché un piccolo incidente può determinare situazioni difficili da controllare; ad esempio, una banale frattura può irreparabilmente obbligare all’immobilità e alla conseguente impossibilità di chiamare soccorso.
Utile può essere il cellulare ma è bene ricordare che in alcune zone montane, molte aree sono senza linea. Buona regola da non trascurare consiste nel comunicare a familiari o conoscenti il luogo e il percorso che s’intende seguire e non variarlo. Altra buona regola è quella di informarsi sulle condizioni metereologiche per evitare di dover fare i conti con maltempo o i temporali. Con poche accortezze, prudenza e preparazione (e poco peso sulle spalle), si è in grado di risolvere molti problemi. Così, con un po’ di consapevolezza, la raccolta dei funghi potrà essere semplicemente una ludica (e gustosa) esperienza, libera da rischi eccessivi.
Le principali regole da seguire
- Non andare mai da soli
- Lasciare sempre detto con precisione l’itinerario che si vuole compiere, aggiornando parenti e amici di eventuali variazioni di percorso
- Consultare sempre le previsioni meteo
- Indossare scarponi e una zaino con materiale di emergenza
- In caso di pericolo chiamare il 112