Squali: verità e falsi miti, faccia a faccia con i predatori del mare a Castrovillari
Li dipingiamo come assassini ma chi li minaccia davvero? Questa e altre risposte saranno fornite dal professor Emilio Sperone, biologo e studioso di squali dell’Unical
CASTROVILLARI (CS) – Dopo le recenti cronache di morsi e pinne, torna l’annosa questione degli squali. Sono davvero i mostri che ci raccontano i film, o c’è qualcosa di più? Domani, sabato 25 gennaio, alle 19:15, presso la Sala Alas, a Castrovillari, l’associazione Alas prova a rispondere a questa domanda, con un incontro che promette di andare oltre i luoghi comuni.
Certo, lo squalo fa impressione. Denti affilati, istinto predatorio. Ma la verità, come spesso accade, è più complessa di un titolo sensazionalistico. Li dipingiamo come assassini, dicevamo, ma chi li minaccia davvero? Un quarto degli squali del mondo è a rischio estinzione. Nel Mediterraneo, la metà. Colpa del “bycatch”, la pesca accidentale: finiscono nelle reti, vittime innocenti di una pesca senza scrupoli. E poi, il mercato nero, le frodi alimentari: uno squalo su dieci, forse di più, sparisce chissà dove, venduto per qualcos’altro.
I numeri, si sa, sono testardi: 132 attacchi fatali all’uomo su 814 documentati. Sembrano tanti, ma una zanzara, un insetto insignificante, fa molte più vittime. E l’uomo? Beh, l’uomo è il lupo dell’uomo, anche in mare. Ma allora, perché uno squalo attacca un uomo?
A spiegarlo sarà il professor Emilio Sperone, biologo e studioso di squali dell’Unical. Non un teorico, ma uno che gli squali li conosce bene. Membro della Commissione Italiana CITES per la salvaguardia degli ecosistemi e dello Species Monitoring Specialist Group della IUCN Species, oltre che redattore associato dell’”European Zoological Journal”. Insomma, uno che mastica squali da un decennio. Ci parlerà di biologia, di comportamento, di come questi animali si muovono nel loro mondo.
Accanto a lui, Francesco Pacienza, fotografo e giornalista che col mare ci convive. Porterà la sua esperienza diretta, i suoi incontri ravvicinati con gli squali ad Aliwal Shoal, in Sudafrica. Quindici giorni di immersioni senza gabbia, senza protezioni, in pieno Oceano Indiano. Un’esperienza che l’ha portato a vedere gli squali con occhi diversi, non come mostri, ma come “potenti macchine muscolari”, parte di un ecosistema fragile. Foto e video a testimonianza di questa prospettiva.
Perché, alla fine, il problema è sempre lo stesso: l’uomo che altera l’equilibrio naturale. L’impoverimento dei mari, la pesca eccessiva, l’inquinamento. Un disastro che non risparmia nessuno, nemmeno gli squali. Domande che chiedono risposte, riflessioni che vanno fatte.