Uccise l’ex fidanzata nel 1995, ergastolo per il ristoratore di San Sosti Salvatore Aldobrandi
Per i giudici Salvatore Aldobrandi uccise in Svezia nel 1995 l'ex fidanzata Sargonia Dankha, giovane svedese di origini irachene il cui corpo non fu mai trovato
IMPERIA – È stato condannato all’ergastolo il pizzaiolo e ristoratore Salvatore Aldobrandi, 75 anni, originario di San Sosti, ma da anni residente a Sanremo, accusato di omicidio volontario aggravato dai motivi abbietti per avere ucciso Sargonia Dankha, 21 anni, di origini irachene, naturalizzata svedese, sparita nel nulla nel primo pomeriggio del 13 novembre del 1995 a Linköping, in Svezia. I giudici hanno disposto il risarcimento per la famiglia.
Il dispositivo della sentenza è stato letto ieri pomeriggio dopo un weekend di camera di consiglio dal presidente della Corte di Assise di Imperia, Carlo Alberto Indellicati. Aldobrandi venne arrestato a Sanremo, dov’era tornato a vivere, il 17 giugno 2023, su ordine del gip di Imperia. Il corpo di Sargonia non è mai stato ritrovato e il caso della scomparsa della 21enne è rimasto irrisolto per molti anni. Poi, nel 2023, la svolta grazie al ritrovamento di alcune tracce di sangue attribuite alla vittima, scoperte su un’auto usata all’epoca da Aldobrandi.
La richiesta del fine pena mai per Salvatore Aldobrandi
I pubblici ministeri Maria Paola Marrali e Matteo Gobbi giovedì scorso avevano chiesto la condanna alla pena dell’ergastolo per il ristoratore e pizzaiolo. Nel corso della discussione, durata circa tre ore, Marrali aveva evidenziato “siamo di fronte a un femminicidio, come gesto estremo di controllo, possesso e gelosia nei confronti di questa ragazza. Per l‘incapacità di Aldobrandi di accettare la decisione di Sargonia di porre fine a una relazione che fin dall’inizio era stata di violenza, minaccia grave e aggressione“. Il pubblico ministero aveva sottolineato che si procede in Italia e non in Svezia, per l’assenza del cadavere.
“Nell’ordinamento svedese non si è preceduto, non per mancanza di elementi indiziari, ma per la mancanza del corpo e di testimoni diretti dell’omicidio”. Nel corso della discussione Marrali ha citato il caso di Roberta Ragusa, per il quale il marito Antonio Logli è stato arrestato e condannato, malgrado l’assenza del cadavere. Il magistrato riporta la sentenza della Cassazione, nella quale si parla di una donna (la Ragusa), che è scomparsa, da un momento all’altro. “Lei era legatissima ai figli – ha affermato – è sparita senza dir loro niente, è sparita senza vestiti, carte di credito, contanti. Non è morte accidentale altrimenti avremmo trovato il corpo e allora, dice la Cassazione, è sicuramente una morte omicidiaria”.
In Svezia il caso partì come scomparsa volontaria
“Non si è partiti con l’omicidio, si sono valutate tutta una serie di possibilità per arrivare all’evidenza che Sargonia è stata uccisa – aveva proseguito il pm -. Sargonia non aveva mai detto a nessuno che voleva allontanarsi. Forse nascondeva qualcosa ai genitori, come fanno tutti i ragazzi di quell’età, ma agli amici raccontava tutto, e mai a nessuno ha detto di volersi allontanare. Ha solo detto alla sua amica: ‘Vorrei non avere Salvatore tra i piedi’“.
Il legale di Aldobrandi, l’avvocato Fabrizio Cravero, aveva concluso chiedendo l’assunzione “delle prove richieste” con l’audizione di altri testi e l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” e in subordine “l’esclusione della recidiva”, “l’insussistenza dell’aggravante contestata” e “la concessione delle attenuanti“. All’esito della lettura del dispositivo ha annunciato che attenderà di conoscere le motivazioni per poi ricorrere in Appello.