Villa degli Oleandri, cosa hanno in comune le morti di Iaccino e Broccolo. Familiari chiedono ‘giustizia’

Entrambi erano stati affidati dall’autorità giudiziaria alle cure dei sanitari di Villa degli Oleandri. Ed entrambi avrebbero tentato, invano, di fuggire

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MENDICINO (CS) – Sono in corso le indagini, coordinate dalla Procura di Cosenza, per chiarire le circostanze del decesso del 48enne Salvatore Iaccino. Quattro sembrerebbero essere ad oggi gli indagati: 2 operatori socio sanitari, 1 medico e 1 infermiere. Il tifoso del Cosenza pare sia morto per impiccagione in una stanza di Villa degli Oleandri, al buio, intorno alle 18:30 di lunedì 17 febbraio. Solo dopo l’allerta lanciata dall’esterno chi si trovava di turno in clinica ha acceso la luce e scoperto il corpo privo di vita. La dirigenza non ha inteso comunicare con i familiari, ma solo con l’avvocato di Iaccino che alle 16:30 lo aveva incontrato nella struttura poche ore prima, alle 16:30, per un colloquio. Una chiacchierata durante la quale lo avrebbe informato di alcune novità sul fronte giudiziario e si sarebbe accordato per portare avanti l’istanza utile a richiedere al giudice il permesso per rientrare a casa a festeggiare il compleanno in famiglia.

Le urla da Villa degli Oleandri

Villa degli Oleandri è attualmente amministrata da Giorgio Crispino e ha come direttore sanitario la moglie: la psichiatra Bruna Scornaienchi. La gestione della clinica dall’arrivo della coppia negli anni è cambiata. Soprattutto nel numero di ospiti che oggi appaiono dimezzati e nelle prestazioni in convenzione (come elettrocardiogramma, elettroencefalogramma ecc…) di fatto azzerate. Il clima che percepiscono i passanti non è particolarmente sereno come un tempo, quando al più i pazienti si affacciavano per fischiare e fare i complimenti a qualche bella ragazza. Ma il suono degli schiaffi pare arrivasse anche al di fuori della clinica: non si vedono, ma si sentono, dicono i residenti del quartiere. C’è grande imbarazzo anche quando i bimbi si spaventano sentendo le parolacce urlate che provengono dalla struttura. Le grida di aiuto, come quelle disperate di Salvatore pronunciate prima del decesso, sembra non siano un fenomeno raro. Anzi.

I ricoveri “coatti” di Broccolo e Iaccino

La magistratura è al lavoro anche per cristallizzare la dinamica degli eventi che hanno portato alla morte di Gianmatteo Broccolo, 36enne cosentino il 10 gennaio 2021. Broccolo, come Salvatore, non ha scelto il ricovero a Villa degli Oleandri, gli è stato imposto dall’autorità giudiziaria. Viene infatti trasferito dall’articolazione di igiene mentale della casa circondariale di Catanzaro il 29 settembre 2020 dopo una perizia psichiatrica «conclusa nel senso della incapacità di intendere e volere nel momento dei fatti contestatigli» relativi all’inchiesta Ricettopoli che ne aveva determinato l’arresto. Per Broccolo è stata disposta «la misura di sicurezza della libertà vigilata con prescrizione di ricovero in una struttura terapeutica e di effettuazione di idonea terapia terapeutica, che dovrà essere individuata dall’equipe sanitaria della struttura stessa».

Le “fughe” di Broccolo e Iaccino

Come “Uccello”, anche Gianmatteo tenta di fuggire. E ci riesce. Si allontana il 6 gennaio 2021 all’indomani di una giornata turbolenta nella quale dopo l’intervento del padre era stato sollecitato l’intervento dei carabinieri in clinica. Viene individuato dopo qualche giorno dai carabinieri sul Tirreno cosentino. Scortato al Pronto Soccorso di Cetraro, dopo gli accertamenti medici, viene riaccompagnato in clinica. Arriva a Villa degli Oleandri di notte, all’1:00. Muore ufficialmente dopo circa 12 ore, alle 13:16. Si sarebbe suicidato assumendo farmaci. I familiari vogliono però vederci chiaro e capire i contorni di questo presunto «evento autolesionistico fatale». Quel mattino il padre era andato a Mendicino per vedere come stesse dopo questa fuga, dargli un cellulare e un vassoio di dolcini. Arrivato intorno alle 12:30 gli avevano detto che dormiva. Dopo circa un’ora ha ricevuto la telefonata dalla clinica che lo informava del decesso. Dagli esami necroscopici risulta che il ragazzo è morto in un arco temporale compreso tra le 11:45 e le 12:25 del 10 gennaio 2021. I cellulari e il computer, sia della vittima sia del padre che riceveva le registrazioni che il figlio faceva per documentare quanto stesse succedendo, sono stati sequestrati e ancora ad oggi mai restituiti ai familiari.

Casa di Cura Villa degli oleandri Mendicino

La terapia telefonica di Villa degli Oleandri

L’autopsia riconduce il decesso di Broccolo ad insufficienza neurologica e depressione respiratoria acuta da assunzione di psicofarmaci, indotta dall’assunzione di ossicodone e benzodiazepine. Nella relazione del consulente tecnico della Procura Berardo Silvio Cavalcanti è documentata la presenza di un edema cerebrale, una sorta di gastrite emorragica, imbrattamenti ematici nelle narici e un edema polmonare. Agli atti risulta che nella fase seguita al ricovero avvenuto nella notte nella clinica di Mendicino «emerge quale criticità l’omessa visita del paziente da parte del medico al suo ingresso in casa di cura». Visita che non verrà effettuata neanche al mattino successivo. È lo stesso titolare della clinica, Giorgio Crispino, che contattato dall’infermiere del turno di notte, ordina telefonicamente la terapia da somministrare al ragazzo appena arrivato in ambulanza scortato dai carabinieri. Dal referto dell’Ospedale di Cetraro dove fu visitato anche dallo psichiatria risultava in «condizioni generali buone, al momento tranquillo, orientato».

Le compresse integre che galleggiavano nello stomaco

Il laboratorio di tossicologia forense di Catanzaro ha rilevato la presenza di 5 compresse di ossicodone, ancora integre che galleggiavano nello stomaco, in fase di iniziale assorbimento. Quindi appena assunte da Giamatteo. Nessuno dei farmaci che sono stati trovati nelle sue disponibilità però conteneva ossicodone. Eppure «gli esami tossicologici chiariscono che l’effetto lesivo – si legge nell’autopsia – si è determinato in un soggetto che ha assunto 5 compresse di ossicodone mentre era già sotto l’effetto tossico di benzodiazepine ed in fase di metabolizzazione di ossicodone precedentemente assunto». Broccolo infatti aveva, in teoria, sospeso l’ossicodone proprio da quando era entrato a Villa degli Oleandri: il 29 settembre 2020, come emerge dalla documentazione sanitaria. Al suo arrivo dall’esame psichico, secondo i referti «era accessibile al colloquio, lucido, orientato nel tempo e nello spazio, con tono dell’umore normale. Negava depressione. Sonno e comportamento alimentare risultavano regolari. Sospende al giorno dopo il suo arrivo l’assunzione di mezza compressa di Oxicontin».

Potrebbe averle assunte mentre era evaso dalla clinica, ottenendole grazie a un medico di Amantea che si trova attualmente a doverne rispondere innanzi al Tribunale di Paola. In tal caso avrebbe però avuto il tempo di assimilarle. Resta inoltre un mistero cosa fosse la compressa di «colore rosa – si legge negli atti – con scritto da un lato “OC” e dall’altro “20” di cui si sconosce la tipologia del farmaco» trovata di fianco al cadavere di Gianmatteo, all’altezza dell’addome, sulla coperta dove era stato adagiato il suo corpo ormai privo di vita. Questo è quanto cristallizzato dall’autopsia. Esami necroscopici che per quanto riguarda il presunto suicidio di Salvatore Iaccino saranno depositati entro 90 giorni.

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