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Calabria maglia nera d’Europa per rischio povertà: «Sull’orlo del tracollo sociale. Fatti, non più parole»
I nuovi dati Eurostat collocano la Calabria al terzultimo posto nell’UE. L’Osservatorio Regionale sulle Povertà lancia l’allarme: «Serve un Patto Sociale. Si ascolti il grido soffocato degli ultimi»
COSENZA – I nuovi dati Eurostat 2024 consegnano alla Calabria un primato drammatico: con il 37,2% della popolazione a rischio povertà, la regione non solo guida il triste primato in Italia, ma scivola al terzultimo posto nell’intera Unione Europea, preceduta in negativo soltanto dalla Guyana francese e dall’enclave di Melilla. Non è più tempo di analisi, è tempo di agire.
Di fronte a questi numeri, che confermano una condizione ormai strutturale e profondamente deteriorata, l’Osservatorio Regionale sulle Povertà – presieduto da Antonio Belmonte – lancia un allarme che non lascia spazio a interpretazioni: il rischio di un tracollo sociale irreversibile è sempre più concreto.
Rischio povertà in Calabria
«Il dato del 37,2% non è solo una statistica fredda. Dietro quella cifra ci sono 13 milioni di italiani, e in Calabria una vastissima fascia di popolazione che vive l’incubo quotidiano», dichiara Belmonte. «Il rischio di povertà secondo Eurostat è una misura relativa che identifica le persone con un reddito disponibile inferiore al 60% del reddito mediano nazionale. Questo indicatore segnala un basso reddito rispetto agli altri residenti dello stesso Paese, indicando quindi la disuguaglianza in regioni come Calabria (la peggiore del Sud), Campania e Sicilia. Esempi virtuosi italiani rispetto al resto dell’Unione Europea sono, invece, Bolzano-Trento, l’Emilia-Romagna, Valle d’Aosta e le Marche.
La povertà oggi non colpisce solo i disoccupati: sta inghiottendo i “working poor”, famiglie monoreddito, genitori separati, vedovi e anziani. La situazione è tangibile ovunque, dalla stazione ferroviaria di Vaglio Lise a Cosenza, dove i senzatetto sfidano il freddo, fino alle periferie urbane e ai borghi spopolati».
Volontari «gratitudine e coscienza critica»
In questo scenario complesso, Belmonte rivolge un pensiero di riconoscenza agli operatori della solidarietà e ai tanti volontari impegnati ogni giorno a sostenere i più fragili. «A loro va il nostro grazie, ma anche un incoraggiamento: “siate sempre più coscienza critica nella società” come dice Papa Leone XIV. Non stancatevi di essere pungolo per le istituzioni e testimoni di una realtà che non può più essere ignorata».
La solitudine, un male oscuro
L’Osservatorio, che collabora attivamente con realtà come il Banco Alimentare e le Acli, denuncia anche un altro fenomeno spesso invisibile: quello della solitudine. «Il dramma che attraversa trasversalmente tutte queste categorie è la solitudine», spiega Belmonte. «Dobbiamo guardare alla povertà in modo integrale. Non basta il pacco alimentare, serve rompere il muro dell’indifferenza.
È necessario sviluppare una “cultura dell’attenzione” verso l’altro, in famiglia, al lavoro, ovunque. Ad esempio, è necessario garantire l’accesso equo alla Sanità e ai servizi Educativi di qualità, per spezzare il ciclo intergenerazionale della povertà (Fragilità Educativa e Sanitaria)».
«Serve un Patto Sociale per la Calabria»
Facendo eco alle parole del Pontefice durante la Giornata Mondiale dei Poveri – che ha invitato i governi ad «ascoltare il grido soffocato» degli ultimi – Belmonte chiede un cambio di rotta immediato: «Non sono più sufficienti interventi spot o bonus a pioggia. Serve un Patto Sociale per la Calabria e un Piano Straordinario contro la Povertà che coinvolga istituzioni, terzo settore e mondo imprenditoriale. Bisogna superare quel “muro di gomma” burocratico che spesso respinge gli appelli di chi opera sul campo. Se non si passa immediatamente dalle parole ai fatti, saremo complici del disastro».
L’Osservatorio, unito nel contrasto alla povertà, ribadisce il proprio impegno nel monitoraggio e nella denuncia, facendosi voce di chi non l’ha più. «Solo con l’aiuto di tutti e con una politica che rimetta la persona al centro si può sperare di sanare le ferite più profonde della nostra società. La Calabria ne ha un urgente bisogno».



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