Ionio
Verso il processo
Lo schianto costato la vita al cosentino De Simone. A giudizio il conducente dell’Aston Martin e chi lo aiutò a scappare
La corsa che spezzò la vita dell’ingegnere di corigliano Antonio De Simone: a processo i presunti responsabili della morte. Una famiglia chiede giustizia
ROMA – Si apre un nuovo capitolo giudiziario sulla morte di Antonio De Simone, ingegnere originario di Corigliano, deceduto la notte del 1° gennaio 2025 in un violento incidente sull’autostrada A1, all’altezza di Torrenova. Nei giorni scorsi il Giudice dell’Udienza Preliminare, dott.ssa Paola Pretti, ha emesso il decreto che dispone il giudizio nei confronti del presunto conducente dell’Aston Martin coinvolta e di altre cinque persone accusate di aver contribuito alla sua fuga dal luogo del dramma. La richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata lo scorso ottobre dal PM, dott. Luca Guerzoni.
La dinamica dell’incidente
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l’Aston Martin avrebbe percorso quel tratto autostradale a una velocità superiore ai 250 km/h, nonostante la fitta nebbia, il fondo stradale bagnato e il limite imposto di 50 km/h. L’auto, dopo aver tamponato una prima vettura senza provocare feriti gravi, avrebbe improvvisamente deviato sulla corsia di sinistra, centrando la Renault Clio guidata da Antonio De Simone.
Nell’impatto hanno perso la vita Antonio e il suo cagnolino Merlino. La compagna dell’ingegnere, la dott.ssa Silvia Civile, seduta al suo fianco, è sopravvissuta ma ha riportato lesioni gravissime che l’hanno costretta alla sedia a rotelle.
Le accuse: omicidio stradale e omissione di soccorso
Al centro del procedimento vi è un imprenditore romano di 55 anni, attivo nel settore edilizio a Ponte Milvio, che si è presentato alla polizia alcune ore dopo l’incidente. Secondo l’accusa, l’uomo – presunto conducente dell’Aston Martin – si sarebbe allontanato dal luogo dello schianto senza prestare soccorso. Nei suoi confronti sono contestati omicidio stradale, fuga e omissione di soccorso.
Gli inquirenti ipotizzano inoltre che alcuni amici dell’imprenditore, che lo avrebbero seguito a breve distanza – forse all’interno di una sorta di “gara” improvvisata – possano aver avuto un ruolo nell’aiutarlo a lasciare la scena. Uno di loro, sempre secondo le accuse, avrebbe persino impedito all’occupante della prima auto tamponata di soccorrere De Simone.
Verso il processo
Il processo è fissato per aprile 2026. I capi di imputazione sono considerati particolarmente gravi, e i familiari della vittima – la madre Franca Scorzafava e lo zio, ing. Giuseppe Scorzafava – auspicano una condanna severa nei confronti dei responsabili.
A rappresentare la famiglia sarà l’avv. Antonello Madeo, docente universitario e dottore di ricerca in Diritto Penale, incaricato della difesa e della piena tutela degli interessi dei congiunti.

Social