Peste suina, il ministro Schillaci rassicura: “Le carni sospette sono state tutte rintracciate”
Negli ultimi giorni anche in Calabria si sono registrati tre casi di pazienti affetti dal virus N1H1 (influenza suina) e ricoverati al policlinico Germaneto
ROMA – “Massimo impegno da parte del ministero della Salute nell’adozione di tutte le azioni che si renderanno necessarie per contrastare la diffusione della Peste suina africana (Psa)”. Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci rispondendo al question time al Senato, precisando che “il ministero ha provveduto a svolgere attività di rintracciabilità di tutte le partite di prodotti contenenti carni derivanti dagli animali provenienti da allevamenti sedi di focolaio”. Negli ultimi giorni anche in Calabria si sono registrati tre casi di pazienti affetti dal virus N1H1 (influenza suina) con il ricovero presso il policlinico Germaneto.
In questo ambito, ha spiegato Schillaci, “le partite che erano state avviate al circuito della trasformazione industriale (salumifici) sono state bloccate presso gli stabilimenti stessi, dove sono stati attivati trattamenti specifici per l’inattivazione del virus. In alternativa sono state avviate alla distruzione. Mentre quelle destinate al circuito della distribuzione, sono state bloccate presso gli esercizi di vendita al dettaglio”. L’Italia, ha inoltre aggiunto, “ha adottato un livello di precauzione più alto di quello previsto dalla norma comunitaria che impone il ‘rintraccio’ almeno fino al primo livello di distribuzione”. Il ministero della Salute, “insieme ad altri dicasteri, enti e istituzioni – ha concluso Schillaci – ha lavorato intensamente, sin dai primi segnali di diffusione della peste suina africana, per porre in essere tutte le azioni possibili per prevenire i focolai delle infezioni e proteggere il settore suinicolo con la consapevolezza delle gravi ripercussioni sanitarie ed economiche del fenomeno”.