Arriva l’ufficialità: Massimiliano Alvini non è più l’allenatore del Cosenza Calcio
Massimiliano Alvini non è più l'allenatore del Cosenza Calcio. L'ufficialità alla notizia pubblicata questa mattina è arrivata con una nota della società. Belmonte in pole
COSENZA – Adesso non ci sono più dubbi. Massimiliano Alvini non è più l’allenatore del Cosenza Calcio. L’ufficialità alla notizia pubblicata questa mattina, è arrivata con una nota della società. «La Società Cosenza Calcio comunica di avere sollevato dall’incarico di allenatore responsabile della prima squadra il sig. Massimiliano Alvini. Al tecnico, che ha collezionato 28 panchine in rossoblù tra Coppa e Campionato, vanno i più sentiti ringraziamenti per il lavoro svolto». Come detto, in pole position, per guidare la squadra in queste 11 partite che restano e provare una disperata impresa salvezza, ci sarebbe il cosentino Nicola Belmonte, fino ad oggi allenatore della juniores.
Massimiliano Alvini, che avrà anche le sue colpe con alcune discutibili scelte e che negli ultimi mesi è sembrato in totale confusione, lascia il Cosenza con una squadra all’ultimo posto in classifica con 21 punti (5 vittorie, 10 pareggi e 12 sconfitte). Dopo un buon inizio di campionato i rossoblu sono entrati in una crisi senza fine, complice anche i 4 punti di penalizzazione, una rosa certamente non competitiva che ha mostrato nel corso del campionato tutti i suoi limiti tecnici e che non si è rinforzata nel mercato di riparazione acuendo ancora di più la frattura tra i tifosi e la società.
Massimiliano Alvini è l’undicesimo esonero dell’era Guarascio
Guarascio ai inizio stagione aveva definito il tecnico di Fucecchio «uno dei migliori allenatori che abbiamo in Italia. Ha una grinta e un modo di giocare che speriamo ci diano soddisfazioni a Cosenza e ai suoi tifosi». Peccato che poi le cose siano andate diversamente, certamente non solo per colpe dell’allenatore che diventa l’undicesimo tecnico saltato a stagione in corso nella gestione di Eugenio Guarascio. Solo in serie B, prima di lui, stessa sorte è toccata a Braglia, Occhiuzzi, Zaffaroni, Dionigi e Caserta lo scorso anno.