Biagioni: «il Cosenza può salvarsi, ma deve ritrovare compattezza. Tifosi delusi? Li capisco»

L'ex fantasista rossoblu ora tecnico del San Marino: «Cosenza è sempre nel mio cuore. I tifosi sono incredibili e sempre presenti. Capisco la loro frustrazione ma proprio ora bisogna stare vicini ai ragazzi. Allenare il Cosenza? Sarebbe una bella sfida»

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COSENZA – Mentre il Cosenza, dopo 11 lunghissime gare, ha ritrovato il successo e lotta per provare nell’ennesimo miracolo salvezza nella stagione più complicata da quanto è tornato in serie B con la frattura insanabile tra i tifosi e la presidenza Guarascio, Oberdan Biagioni, ex amatissimo centrocampista rossoblu degli anni 90, che consacrò la sua carriera proprio con la maglia del Cosenza (sfiorò anche la promozione in Serie A sotto la guida di Edoardo Reja sfumata nell’ultima giornata a Lecce), analizza la difficile situazione in cui si trova il Cosenza. Racconta anche la sua nuova sfida da allenatore del San Marino in Serie D. Tra i ricordi di quelle splendide stagioni in maglia rossoblu e uno sguardo al futuro, Biagioni sottolinea l’importanza della compattezza e del sacrificio per risalire la china e non mollare mai.

«Il Cosenza deve reagire, ma serve unità»

Ultimi in classifica e con una penalizzazione di quattro punti i lupi, dopo un inizio di stagione che faceva presagire ben, altro sono precipitati all’ultimo posto in classifica dopo una serie di risultarti negativi, facendo esplodere la contestazione dei tifosi e faticando a ritrovare quella grinta che aveva caratterizzato proprio l’inizio di campionato riuscendo anche a mascherare i limiti tecnici della squadra che sabato scorso è tornata al successo interno che mancava da settembre. Secondo Biagioni nulla è ancora compromesso: «Seguo sempre il Cosenza, è una piazza che mi è rimasta dentro. L’inizio di stagione sembrava promettente, poi la squadra si è smarrita. La penalizzazione ha pesato tantissimo, ogni sconfitta diventava un macigno. Ma la Serie B è un campionato imprevedibile: due vittorie consecutive possono cambiare tutto. La squadra deve ritrovare fiducia e compattezza. È nei momenti difficili che si vede la forza di un gruppo».

L’ex centrocampista individua una delle principali lacune della squadra nella mancanza di un’identità chiara: «a inizio stagione il Cosenza aveva un’idea di gioco precisa, ora sembra averla persa. Serve equilibrio, ma anche coraggio. Quando ti trovi in difficoltà, devi dare qualcosa in più: agonismo, cattiveria, sacrificio. La salvezza è ancora possibile, ma bisogna lottare fino all’ultimo secondo».

Il problema societario e il ruolo del settore giovanile

Oltre agli aspetti tecnici, Biagioni sottolinea anche le difficoltà a livello gestionale: «Quando le cose vanno male, l’allenatore finisce sempre nel mirino. Ma una squadra ha bisogno di stabilità e di programmazione. Il Cosenza non può vivere sempre nell’incertezza. Servono investimenti mirati, giocatori funzionali al progetto e soprattutto continuità. Cambiare sempre tutto non aiuta. Il Cosenza aveva una tradizione importante nella valorizzazione dei giovani. Se non puoi comprare i campioni, devi costruirteli in casa. È un aspetto su cui si dovrebbe investire di più».

La nuova avventura da allenatore a San Marino

Oggi Biagioni è alle prese con una nuova sfida: la salvezza con il San Marino in Serie D. «Quando sono arrivato, la squadra era ultima in classifica e sembrava spacciata. Ora stiamo risalendo e ci giochiamo la salvezza. Fare l’allenatore è completamente diverso dal giocare: devi essere un punto di riferimento per il gruppo, gestire le emozioni dei ragazzi, motivare, trovare il giusto equilibrio tra disciplina e supporto. È una sfida difficile, ma entusiasmante».

E su un possibile ritorno a Cosenza? “Sarebbe una bella sfida”

«È una piazza che mi ha dato tanto e che porto nel cuore. Se un giorno dovesse esserci l’occasione di dare una mano, perché no? Sarebbe una bella sfida». Biagioni chiude con un messaggio ai tifosi del Cosenza, che stanno vivendo uno dei momenti più difficili della storia recente del club: «So bene cosa significa giocare per il Cosenza e sentire il calore della sua gente. I tifosi rossoblù sono incredibili, sempre presenti. Capisco la frustrazione, perché questa squadra meriterebbe molto di più. Ma proprio ora bisogna stare vicini ai ragazzi. Il Cosenza ha sempre saputo rialzarsi quando sembrava spacciato. La stagione è ancora lunga, tutto può succedere. Serve unità e fiducia». Parole da chi ha vissuto il calcio con il cuore e la grinta di chi sa cosa significa lottare. Ora tocca al Cosenza dimostrare di poter ancora cambiare il proprio destino.

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