Cosenza, il cuore non basta più: si chiude un altro “Annus horribilis”. E Guarascio ora è all’angolo

Si chiude il 2024, ennesimo anno di sofferenza per il Cosenza con la squadra relegata all’ultimo posto. Il presidente Guarascio è ad un bivio e il record negativo di presenze nel derby è l’ennesimo segnale di rottura. Neanche un mercato di riparazione sontuoso potrebbe “riabilitare” il patron agli occhi della tifoseria

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COSENZA – La sconfitta contro il Sassuolo, prevedibile alla vigilia, dolorosa per come è maturata nei minuti finali, dopo l’illusorio vantaggio di Venturi, non è solo un risultato negativo nell’ennesima complicata stagione del Cosenza, ma l’evidente fragilità tecnica di una squadra a cui il solo cuore e l’abnegazione in ogni gara non basta più. Se il lavoro di Massimiliano Alvini e l’impegno dei giocatori merita solo applausi per dedizione, è altrettanto evidente che senza un deciso intervento sul mercato di riparazione, il traguardo per l’ennesima salvezza diventerebbe sempre più complicato, considerando anche il -4 in classifica che pesa come un macigno. Nel frattempo si chiude un 2024 con i rossoblu ultimi in classifica che nel mese di dicembre hanno incassato un punto in cinque gare.

Guarascio: un rapporto ormai logoro con la tifoseria

Il clima di pessimismo intorno al club non aiuta

. Nel derby (dove si è registrato il minimo storico di presenze) e nel settore ospiti del Mapei Stadium, i cori contro il presidente Eugenio Guarascio fotografano la situazione di rottura totale con l’attuale dirigenza: è lui, per la stragrande maggioranza dei tifosi, il responsabile delle stagioni in perenne affanno del Cosenza. Le critiche si concentrano su una gestione considerata confusionaria e al risparmio, specialmente in ottica mercato, dove la mancanza di investimenti adeguati ha pesato e pesa sulla competitività della squadra costretta a rincorrere la salvezza in ogni stagione.

A questo si sono aggiunte le grane degli steward a inizio stagione, le dimissioni del Direttore Generale Ursino, fino ad arrivare al patatrac dell’aumento del prezzo dei tagliandi per il derby con la retromarcia dopo pochi minuti. Dal punto di vista sportivo i risultati sul campo dimostrano che il Cosenza deve nuovamente affidarsi al mercato “di riparazione”. Il ds Gennaro Delvecchio, nonostante i pochi “spiccioli” messi a disposizione, è riuscito a costruire una rosa con 20 giocatori di proprietà, un dato positivo per il futuro del club. Tuttavia, per affrontare l’urgente obiettivo salvezza, urgono innesti di qualità.

Gli ultimi nomi emersi, come Gabriele Artistico, giovane attaccante della Juve Stabia, e Domen Crnigoj, centrocampista del Venezia, rappresentano delle opportunità, ma non bastano. Artistico ha talento e un ottimo potenziale, ma il suo profilo non risponde all’immediata necessità di esperienza e concretezza. Crnigoj, invece, potrebbe portare qualità e versatilità a centrocampo, ma la trattativa, pur ben avviata, non è ancora conclusa. Gennaio è l’ultima chiamata per invertire la rotta. Il Cosenza deve puntare su profili di esperienza e qualità per dare ad Alvini risorse adeguate per l’ennesima lotta salvezza ma monta lo scetticismo intorno alle possibilità economiche del club.

Un futuro da ridisegnare: la possibile cessione del Club

Le voci di una possibile cessione societaria si rincorrono ormai da almeno un anno

nel capoluogo bruzio, ma questa volta, sembra che sul tavolo del presidente Guarascio sia arrivata un’offerta concreta e difficilmente rifiutabile addirittura di un fondo arabo pronto a rilevare e rilanciare il calcio a Cosenza. Ci sarebbe, da quanto trapelato, anche una bozza del preliminare di vendita già pronta e spetterebbe solo al patron Guarascio decidere visto che sarebbe stata pareggiata l’offerta. La trattativa però è al momento in stallo e dalla società solo silenzio. Le uniche parole sono state quelle della Scalise dopo il derby che ha rimarcato l’impegno verso il Cosenza per ottenere la salvezza. Intanto la tifoseria attende con ansia sviluppi sia sul fronte del mercato che su quello societario, con la speranza che il 2025 sia finalmente diverso dagli ultimi anni.

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