Cosenza: «l’estremo sacrificio è uno stadio vuoto. L’eco del nostro dolore rimbombi pubblicamente»

È quanto scrive in una dura nota Il Centro Coordinamento Club Cosenza «tifosi condannati ad un declino progressivo, il cui responsabile ha un’identità chiara ed inequivocabile. Eugenio Guarascio, il “one-man-show” o “eremita al comando” della società Cosenza Calcio ha dilapidato fondi e prospettive future, umiliando la storia centenaria del tifo bruzio»

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COSENZA – «Più che un COMUNICATO, ciò che leggerete è semplicemente la manifestazione di una crescente delusione diffusa tra i tifosi cosentini che impietosamente assistono all’oscuramento di un sogno sportivo e alla costante mortificazione di una passione collettiva. Una magra consolazione ci caratterizza, ovvero quella di non essere una “sparuta minoranza”. Ma il “mal comune, mezzo gaudio” non è mai stato così fastidioso e beffardo». inizia così il Comunicato del Centro Coordinamento Club Cosenza

«Le seguenti riflessioni potrebbero apparire come l’ennesimo buco nell’acqua, un’altra voce inascoltata o un rinnovato grido d’allarme ignorato. Ma nonostante tutto, siamo qui, ancora una volta, a denunciare l’agonia profonda di un’altra stagione agonistica fallimentare che non è imputabile solo alle recenti sconfitte sul manto erboso. Noi tifosi siamo stati condannati ad un declino progressivo, il cui responsabile ha un’identità chiara ed inequivocabile. In questi anni di scellerata gestione “guarasciana”, ci siamo muniti di grandi speranze ed effimere illusioni, preferendo nascondere la polvere sotto il tappeto. Ora, però, l’immondizia repressa è tornata a galla, soffocando ogni entusiasmo o fervore rossoblù. I cambi tecnici, gli pseudo rinforzi nel mercato di gennaio, paragonabili più ad offerte sottobanco che nemmeno nei peggiori discount di Bombay potrebbero essere reperibili, hanno contribuito solo ad allestire uno scenario sconfortante, diretto ed interpretato dal sig. Eugenio Guarascio, il “one-man-show” o “eremita al comando” della società Cosenza Calcio, il quale con dedizione e minimi sforzi ha dilapidato fondi e prospettive future, umiliando la storia centenaria del tifo bruzio».

«A nome del Centro di Coordinamento Cosenza, ci siamo più volte dissociati dalle politiche societarie, intraprese dal signor “presidente”. Abbiamo ripetutamente contestato ogni sua “caduta di stile”. L’ultima, in ordine cronologico, l’aumento spropositato del prezzo delle curve in occasione del derby con il Catanzaro, da 16€ a 30€. Poi ritirato, dimostrando così quanto la toppa fosse peggio del buco. Mentre le società di serie B, affossate nelle sabbie mobili del fondo classifica, con lo spettro della recessione che alita loro sul collo, “riparano” sul mercato e attuano promozioni per avvicinare il pubblico allo stadio, il Cosenza di Guarascio studia invece a tavolino strategie kamikaze, da suicidio vero e proprio. La squadra sembra ormai spenta e oppressa da questo “Medioevo societario”. Il tecnico pare esser sfiduciato su più fronti e la nostra capitolazione si delinea all’orizzonte».

«Noi tifosi restiamo interdetti di fronte all’inamovibilità delle istituzioni politiche locali, tanto brave a sfilare durante i derby, tanto sorridenti nei selfie a decori rossoblu, ma tanto tanto tanto silenziosi ed invisibili nell’assicurare un futuro sportivo su presupposti più ottimistici. Come tifosi meritiamo e avremmo meritato maggior RISPETTO e ASCOLTO, condizioni che, purtroppo nel corso di questi anni bui, hanno avuto un posto in prima fila nel programma “Chi l’ha visto?”. Siamo ad un punto di non ritorno, dove persino la stampa di settore non ha più nulla da analizzare o criticare in maniera costruttiva e quando le idee sono a zero, non resta più nulla a cui aggrapparsi. Come branco, sarebbe necessario, se non obbligatorio, lanciare un MESSAGGIO FORTE ed indicativo del malumore che si respira in questi mesi. Un messaggio che compatti UN’UNITA’’ DI INTENTI. L’estremo sacrificio che si concretizzi in uno STADIO VUOTO, dove l’eco del nostro DOLORE rimbombi pubblicamente. Siamo consapevoli del peso che la richiesta comporta. Non è una scelta da poter effettuare a cuor leggero, ma in qualche modo bisogna reagire e dar spazio alla delusione cocente che ci accomuna».

«Ci preme sottolineare che nessun tifoso verrà additato, giudicato o criticato, laddove scelga liberamente di non accogliere la nostra richiesta. La speranza è che il nostro invito non venga strumentalizzato, ma interpretato come l’ennesimo SACRIFICIO che si compie per AMORE del Cosenza e per quella famosa “malattia” che non andrà mai via».

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