Cosenza: quel silenzio assordante e un futuro sempre più cupo. E sabato una sfida da dentro o fuori

Con una tifoseria esausta, una gestione societaria trincerata nel mutismo e un mercato di riparazione fermo, il futuro del Cosenza è sempre più cupo

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COSENZA – Il Cosenza Calcio sembra vivere in un isolamento quasi surreale. Dopo la conferma della penalizzazione di 4 punti da parte del Collegio di Garanzia del Coni, nonostante il presidente Guarascio si era detto certo di poterli riavere indietro evitando un patteggiamento che avrebbe almeno dimezzato la sanzione, il club ha ritenuto di non comunicare nulla ai tifosi, mantenendo quella linea che ha da sempre contraddistinto l’agire di questa società: trincerarsi dietro un mutismo che continua ad alimentare un clima di crescente sfiducia tra i tifosi, che vedono il futuro sempre più cupo. Le radici dell’attuale disastrosa situazione affondano nel tempo: il via vai di DS e allenatori, centinaia di giocatori presi in prestito, un settore giovanile quasi inesistente, mancanza di programmazione. In ultimo, i gravi problemi gestionali ed economici acuiti dalla penalizzazione a inizio stagione, le pendenze aperte con fornitori, i problemi degli steward e potremo andare avanti per ore. Eppure, nessuno sembra intenzionato ad assumersi le responsabilità di questo disastro. Basta semplicemente trincerarsi dietro il silenzio e aspettare gli eventi mentre tutto precipita!

Una gestione societaria distante e impopolare

L’atteggiamento del patron Eugenio Guarascio, sordo ad ogni tipo di stimolo, amplifica il malcontento dei tifosi che a gran voce gli chiedono di lasciare o almeno spiegare. Solo pochi mesi fa si diceva sicuro della restituzione dei punti, mentre oggi tace. Questo totale distacco evidenzia una visione imprenditoriale che ha sempre mirato ad incassare (quanto più possibile) e mai a spendere, se non le briciole. Certo, per gestire una società servono ingenti mezzi finanziari, ma anche lungimiranza, programmazione e passione quella che è sempre mancata. Una società di calcio non è un’azienda qualunque: rappresenta una comunità, una città e un’intera provincia. Richiede una connessione emotiva e strategica anche con i suoi tifosi, che sono il cuore pulsante. E invece questa società è stata capace di far disinnamorare i suoi tifosi che, nel corso di questi disarmanti anni di Serie B, sempre alla ricerca di un’affannosa salvezza, hanno dimostrato cosa significa amare la propria squadra in casa e fuori casa.

Situazione di classifica critica e mercato fermo

Sabato si torna in campo e il rischio più che concreto è che il Marulla registri il record negativo di presenze. Il distacco è oramai totale, anche perché dal mercato non arrivano segnali: in entrata due elementi (un giovane attaccante che era riserva nella Juve Stabia e un centrocampista dalla serie C) mentre si pensa solo a smantellare e rescindere contratti, ovviamente quelli più onerosi per le casse del Cosenza. Con soli 18 punti in classifica, il Cosenza si trova in una posizione di classifica critica. Per accedere almeno ai playout, servirebbero circa 26-27 punti nelle 16 partite rimanenti. Ma con una squadra in crisi totale, un ambiente sempre più demoralizzato e un calciomercato fermo, questo obiettivo sembra una montagna difficile da scalare.

La sfida col Cittadella, un bivio cruciale per il Cosenza

Sabato il “San Vito-Marulla” ospiterà una sfida decisiva contro il Cittadella. Una partita da dentro o fuori: una mancata vittoria potrebbe rappresentare il colpo di grazia per una squadra già in crisi. La sensazione è che, in caso di ulteriore insuccesso, persino le speranze più flebili si dissolveranno, lasciando il club in balia di una realtà sempre più cupa. Con una tifoseria esausta e una gestione che appare sempre più distante, il destino del Cosenza Calcio è appeso a un filo.

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