Doppia tragedia nel carcere di Paola, si suicidano detenuto e impiegato. «Drammatica scia di morte»

In poche ore due morti nel carcere di Paola. Un detenuto di circa 40 anni e un impiegato delle funzioni centrali di 48 anni si sono tolti la vita impiccandosi. Il grido disperato della Uilpa « Urgono interventi decisi e concreti dell’Esecutivo e del Parlamento»

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PAOLA (CS) – Ennesima tragedia in carcere questa volta nel penitenziario di Paola dove, nel giro di poche ore, due persone si sono suicidate impiccandosi. È quanto dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria che lancia l’ennesimo grido d’allarme per quella che definisce una “drammatica scia di morte“. Sono già 4 i detenuti più un operatore che si sono tolti la vita in questi pochi giorni del 2025. Su entrambe le morti, sono in corso accertamenti ed approfondimenti per comprendere le ragioni degli insani gesti.

«Ieri sera un detenuto, questa mattina un impiegato»

«Ieri sera un detenuto di circa 40 anni, questa mattina un impiegato delle funzioni centrali di 48 anni si sono tolti la vita impiccandosi, il primo nella sua cella, il secondo nella palestra della struttura penitenziaria di Paola. Una drammatica scia di morte che investe reclusi e lavoratori e che non può continuare a vedere inerte la politica e il Governo. L’operatore che si è tolto la vita pare che avesse anche problemi personali e certo non è facile indagare le molteplici cause sicuramente concorrenti che inducono a un gesto così estremo, ma di certo fra quelle cause il carcere con i suoi drammi umani, la violenza ricorrente e le sue innumerevoli disfunzionalità favorisce in talune circostanze un processo di disumanizzazione e, forse, persino di assuefazione tanto da rischiare di allentare nell’individuo l’esatta portata e drammaticità di alcune azioni», evidenzia il Segretario della Uilpa.

«Carcerazione non dignitosa. Mancano 18mila agenti»

«I detenuti – aggiunge conclude De Fazio. 16mila oltre i posti disponibili, sono palesemente sottoposti a una carcerazione non dignitosa e neppure minimamente rispondente alla finalità della pena inframuraria dettata dalla Carta costituzionale; dall’altro lato dei cancelli, gli operatori, sia del Corpo di polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, sia delle altre figure professionali sono sottoposti a carichi di lavoro e turnazioni insostenibili con sacrificio personale e familiare che viene vanificato dalla pressoché totale inefficienza e inefficacia del sistema sotto ogni profilo. Urgono interventi decisi e concreti dell’Esecutivo e del Parlamento. Va deflazionata la densità detentiva, necessita potenziare tangibilmente gli organici del personale, va assicurata l’assistenza sanitaria e devono essere avviate riforme complessive per riorganizzare l’intero apparato d’esecuzione penale» conclude De Fazio.

carcere detenuto

Il Sappe “due tragedie immani. Un vero e proprio incubo”

«Stanno vivendo un incubo il personale che lavora nel carcere di Paola e i detenuti che in esso sono ristretti. Ieri sera si è impiccato un detenuto del Reparto isolamento, oggi si è tolto la vita un impiegato nella Caserma, spiega un affranto e turbato Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria“Due tragedie immani, perché tali sono, che devono fare seriamente riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale tutto del carcere, amministrativo e di Polizia Penitenziaria”, commenta Donato Capece, segretario generale del SAPPE.

«Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri Agenti che devono intervenire”, prosegue. Si tratta spesso di agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi. Moralmente devastante’ conclude Capece, è il suicidio dell’assistente amministrativo».

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