Manifesti funebri ‘puntualmente’ strappati a Scalea: “Offesa a tutta la comunità”

Così l'Unione delle Associazione della Riviera dei Cedri e del Pollino nella missiva al Prefetto di Cosenza in cui denuncia la situazione "incresciosa" che da tempo si verifica nel Comune

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SCALEA (CS) – Arrivare al punto tale da strappare i manifesti funebri é un’azione che, per utilizzare un lessico leopardiano, può classificarsi solo come “di basso profilo morale”. Così l’Unione delle Associazione della Riviera dei Cedri e del Pollino nella missiva in cui denuncia quanto da tempo avviene nella Città di Scalea dove, in talune circostanze, vengono puntualmente strappati gli annunci luttuosi in tutte le bacheche comunali.

Una questione di natura anzitutto etica, cui si aggiunge la mancanza di rispetto oltre che verso i diretti interessati anche nei confronti delle Istituzioni, nel corso dei numerosi episodi infatti sono state addirittura rimosse le partecipazioni funebri di Enti istituzionali quali il Comune di Santa Maria del Cedro, il Tribunale di Paola, l’Ordine degli Avvocati e finanche quelle dei Medici dell’Ospedale di Praia a Mare e del territorio, “ordini professionali questi nei cui contronti dovrebbe esserci – si sottolinea nella lettera – oltre che rispetto, tanta gratitudine per i silenziosi sacrifici che ogni giorno vengono compiuti in situazioni di precarietà”.

Per questa ragione il Segretario ha inviato la lettera oltre che al Prefetto di Cosenza ed al Sindaco di Scalea, anche a quelli di Santa Maria del Cedro, Praia a Mare e Paola (ove hanno sede gli ordini professionali), chiedendo un pubblico intervento. Sono stati informati anche il Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Paola e il Presidente dell’Ordine dei Medici di Cosenza. Una situazione “paradossalmente incresciosa”, specie se si pensa che per l’affissione dei manifesti é necessario pagare alla Ditta appaltatrice la tassa pubblicitaria, onore questo che evidentemente (almeno fino ad oggi) ha vincolato ma non ha tutelato.

È stato messo al corrente della vicenda anche il Vescovo diocesano poiché “con tale gesto si é offesa la comunità cristiana, non solo per quello che é il senso della pietas, ma anche perché sulle epigrafi sono raffigurate immagini sacre fra cui alcune molto care alla comunità locale quali la Madonna del Pettoruto, la Beata Vergine del monte Carmelo patrona di Scalea, San Francesco di Paola, Santa Rita.” La Dottrina Sociale della Chiesa offre preziosi insegnamenti che, in casi come questi, sarebbero utili per la formazione della coscienza collettiva.

C’è poi la questione, non marginale, del danno all’immagine che viene arrecato all’intera comunità, l’ennesimo per un’area già fortemente maltrattata pur vivendo principalmente di turismo. Dunque chi ha compiuto tale azione (non é certamente difficile da individuare così come non lo sono le motivazioni) non solo ha dimostrato di essere insensibile ed anestetizzato nei confronti del dolore, ma ha mancato di rispetto a tutti e dovrebbe porgere le proprie scuse. È necessaria una condanna ed un contrasto da parte di tutti i cittadini ma soprattutto si chiede – conclude la missiva – che ad intervenire siano le Istituzioni competenti e gli enti coinvolti, prendendo una posizione pubblica ed adottando le necessarie misure.

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