Ospedale di Paola, la denuncia dei dializzati: “la direzione mette a rischio privacy e salute”

"Subiamo continue angherie da parte della direzione sanitaria e tecnica alla faccia di protocolli e norme che regolamentato questa malattia"

PAOLA – “Il nostro reparto di dialisi è ‘provvisoriamente’ accampato, da circa 25 anni, in locali che erano destinati a degenza ospedaliera: dializziamo, per intenderci, in più sale, singole, differenti, con 2,3 e 4 postazioni, con letti-bilancia a meno di un metro l’uno dall’ altro. Le sale sono poco spaziose, scomode per noi pazienti, ma anche per il personale medico e infermieristico, per il quale esprimiamo la più completa soddisfazione in termini di professionalità e umanità.” A denunciarlo alla nostra redazione è un gruppo di pazienti dializzati presso l’ U.O. di Emodialisi dell’Ospedale di Paola.

“Non esiste una sala d’ aspetto (noi pazienti siamo costretti ad aspettare l’ inizio del turno, fuori, in balia delle intemperie), né uno spogliatoio, non esiste una “stanza contumaciale “ per pazienti positivi a malattie infettive. In più i parcheggi auto destinati ai pazienti dializzati sono sistematicamente occupati da altri, con incompleta disinteresse di che dovrebbe vigilare. Dopo tante promesse, progetti, sopralluoghi, a turno, di tutti gli ingegneri dell’ ASP – continua la lettera – pare che sia stato già deliberato, con fondi
già stanziati, il rifacimento del centro di dialisi, secondo normative pertinenti e più sicure, rispettando i protocolli vigenti fino ad oggi inesistenti e ignorati.

Ebbene questi locali, adesso, sono stati destinati agli uffici della Direzione Sanitaria, con un atto, inaspettato, e diremmo scellerato,come una “ pugnalata alle spalle “del quale sono autori i Dirigenti Medici responsabili della Direzione Sanitaria e il responsabile dell’ Ufficio Tecnico. Costoro, andando alla ricerca di locali per gli uffici della Direzione Sanitaria, hanno pensato bene di andare a penalizzare il reparto più scalcinato e più bisognoso di urgenti lavori, frequentato da una popolazione di pazienti “deboli”, clinicamente, e che ritenevano, stoltamente, che avrebbero subito passivamente, ancora.

I lavori, già iniziati, con grande solerzia nella giornata di domenica 6 ottobre, comportano nell’ immediato, ma, soprattutto, comporteranno poi, con la nuova ridistribuzione dei locali, che prevede, così, una sottrazione di locali e spazi, un grave disagio e danno per tutti i pazienti e gli operatori del Centro di Dialisi, già fatiscente e martoriato, ma unico centro del Tirreno Cosentino dove si effettuano anche le dialisi d’ urgenza e le dialisi per pazienti ricoverati nei vari reparti ospedalieri. In particolare denunciamo, così: la sistemazione e l’ utilizzo della stanza per pazienti dializzati, positivi a malattie infettive. La mancanza di locali di deposito, adeguati, per il materiale di utilizzo per la dialisi e per i reni artificiali “ di riserva “.

Le difficoltà create all’ utilizzo degli ambulatori e soprattutto la grave commistione e relativa confusione con il personale e l’utenza degli uffici della Direzione Sanitaria, con inquinamento della nostra privacy. Saremmo disposti a sopportare eventuali disagi solo se questi portano alla realizzazione di un Centro di dialisi, a norma, e non agli uffici della Direzione Sanitaria. La conclusione della nostra protesta: i disagi dell’ occupazione dei locali in questione, oltre a comportare una supplementare spesa, irrazionale, vede allontanarsi sempre più, di conseguenza, la realizzazione di un Centro di dialisi che , finalmente, possa accogliere i pazienti dializzati in strutture sicure e adeguate. Confidiamo vivamente in un intervento, a questo punto rapido – conclude la missiva – a tutela e difesa dei nostri diritti e della nostra salute”.

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