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Uomini maltrattanti, a Cosenza ridotte recidive di violenza di genere grazie alla rieducazione

Uomini maltrattanti, a Cosenza ridotte recidive di violenza di genere grazie alla rieducazione

Ottimi risultati a Cosenza sul fronte della violenza di genere. Azzerati i casi di recidiva di reato tra gli uomini maltrattanti

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COSENZA – Uomini maltrattanti e riabilitazione, l’altro volto della violenza di genere. A Cosenza è stato firmato il protocollo d’intesa tra l’Associazione Italiana Mediatori Penali (A.I.Me.Pe) e la Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità tra uomo e donna. La presentazione dell’accordo è avvenuta venerdì mattina nella sede dell’A.I.Me.Pe. alla presenza dei rappresentanti istituzionali della Questura di Cosenza, dell’assessorato comunale al Welfare, dell’Ufficio deil’Esecuzione Penale Esterna e del Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale. Durante l’incontro sono stati presentati i risultati ottenuti dall’unico sportello gratuito dedicato presente in Calabria e aperto al pubblico ogni martedì pomeriggio in via Nicola Arnone n. 33.

Uomini maltrattanti e rieducazione

«Si parla di violenza di genere sempre dal punto di vista della vittima e non dei responsabili dei maltrattamenti. La nostra associazione – spiega Mariacristina Ciambrone, presidente A.I.Me.Pe.- dal 2023 si occupa proprio di chi commette il reato. Non giudichiamo, rieduchiamo allontanando ogni pregiudizio. Siamo consapevoli che si tratti di un fenomeno diffuso, non relegato alle fasce sociali più fragili, infatti tra i nostri assistiti abbiamo avuto anche professionisti, medici, soggetti appartenenti alle forze dell’ordine. La maggior parte degli uomini maltrattanti che si rivolgono al nostro sportello non accettano la separazione, la vivono come un fallimento dal quale scaturiscono rabbia, frustrazione e risentimento. Le prime vittime, purtroppo, sono i minori. Lavoriamo in gruppo, attraverso i circoli di sostegno dove gli autori di violenze si confrontano, raccontando le proprie storie. Ci occupiamo della presa di coscienza del disvalore delle azioni compiute, educando all’affettività e ai sentimenti. Oggi la nostra vittoria è non aver registrato alcuna recidiva di reato tra i nostri utenti».

La repressione non basta

«Siamo consapevoli – afferma Stefania Postorivo coordinatrice area Cosenza della Commissione regionale per l’uguaglianza dei diritti e delle pari opportunità tra uomo e donna – che sorvegliare e punire non basti. Occorre prevenire. Come? Intervenendo sugli autori dei reati: gli uomini maltrattanti. Se è giusta la certezza della pena, doveroso è occuparsi della rieducazione. Un processo di revisione critica trasforma l’esperienza delle azioni devianti in momento di riflessione. Il numero dei femminicidi purtroppo cresce. È un dato di fatto. Per questo motivo la rieducazione è fondamentale e bisogna intervenire in maniera tempestiva. Con questo protocollo d’intesa promuoviamo strategie di contrasto alla violenza sulle donne. Agiamo a monte per far sì che a valle possa esserci un ridimensionamento del fenomeno. Lavorare sul rischio di recidiva significa intervenire con strumenti culturali e sociali che possano garantire l’emancipazione dai retaggi che fino ad oggi ci hanno portato a vedere la donna come vittima di violenza e soprusi».

Violenza di genere, ridotte recidive

«L’attività svolta dallo sportello dedicato agli uomini maltrattanti – chiarisce Giuseppe Zanfini dirigente della Divisione Anticrimine della Questura di Cosenza – contribuisce in maniera concreta alla prevenzione di violenze e maltrattamenti in famiglia, con l’obiettivo di scongiurare conseguenze estreme. Gli ammoniti che accettano il programma seguono questo percorso indispensabile per una successiva riabilitazione. Siamo in contatto quotidiano con l’A.I.Me.Pe. per stabilire le modalità dei vari interventi. Sono più di 3 anni che collaboriamo nel rieducare le persone che volontariamente decidono di intraprendere questa strada. La percentuale dei partecipanti sta crescendo, ma il dato più confortante è che la recidiva si abbassa tantissimo. Nel momento in cui gli uomini maltrattanti seguono le attività di rieducazione difficilmente ricadono negli stessi errori».

Lo sportello per uomini maltrattanti

«Il Comune di Cosenza – ricorda l’assessore comunale al Welfare Veronica Buffone – ha stipulato con l’A.I.Me.Pe. un’importante convenzione che ha consentito di attivare lo sportello per uomini maltrattanti. L’obiettivo è far riconoscere e responsabilizzare sul disvalore delle loro azioni, nonché guidarli verso una diversa analisi del proprio atteggiamento. È sbagliato trattare la violenza di genere parlandone solo con le donne, serve responsabilizzare gli uomini per ridurne le recidive. I nostri servizi sociali collaborano con l’associazione segnalando la volontà di alcuni uomini di intraprendere questo percorso di crescita personale per superare questi atteggiamenti violenti e pericolosi per la donna e il nucleo familiare». «La Calabria – denuncia Giovanna Francesca Russo, Garante regionale dei diritti delle persone detenute o private della libertà personale e vicepresidente A.I.Me.Pe. – è indietro dal punto di vista dei diritti delle persone private della libertà personale. L’autore di questo genere di reati spesso ha subito in passato violenze, vittima di povertà culturale o educativa. Il diritto alla riabilitazione serve a ricucire le loro esistenze. Abbattere la recidiva significa migliorare la vita di interi nuclei familiari e della comunità. Questo protocollo d’intesa punta alla rieducazione attraverso percorsi personalizzati, che tengano conto delle fragilità dei soggetti coinvolti e portino ad una revisione critica del fatto di reato».

Sportello non finanziato dalla Regione Calabria

«Il protocollo d’intesa siglato –  precisa Francesca Folino responsabile area tecnica dell’Ufficio dell’Esecuzione Penale Esterna di Cosenza – diventa operativo nel momento in cui i soggetti presi in carico dal nostro ufficio per reati rientranti nella categoria del Codice Rosso (violenza sessuale, stalking, atti persecutori, violenza domestica, lesioni, revenge porn, violazione del divieto di avvicinamento) hanno tra i vari obblighi anche quello di frequentare un percorso di recupero e riabilitazione all’esterno del carcere. Il nostro intervento diventa fondamentale per dare contenuto a queste misure, per far sì che non siano carenti dal punto di vista trattamentale. Collaboriamo con lo sportello per restituire al reo una riflessione che possa rinnovare il proprio approccio alla vita. I risultati quest’anno sono stati soddisfacenti, abbiamo infatti riscontrato la netta riduzione delle recidive». La Regione Calabria ad oggi non ha stanziato fondi per lo sportello e i programmi di riabilitazione degli uomini maltrattanti. Il consigliere regionale Giuseppe Graziano, presenziando all’incontro, ha garantito il proprio impegno affinché tale percorso venga adeguatamente finanziato.

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