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Usb chiama Cosenza alla mobilitazione “contro l’economia di guerra e il governo dei ricchi”

Usb Cosenza 28 novembre

COSENZA – L’Usb – Unione Sindacale di Base di Cosenza – ha promosso per venerdì 28 novembre uno sciopero generale di tutte le categorie pubbliche e private per l’intera giornata. “Diamo appuntamento a tutta la città, ai lavoratori, ai disoccupati, agli studenti e ai pensionati in Piazza XI Settembre”.

Usb Cosenza: le rivendicazioni

«Questo sciopero nasce per unire, in un unico fronte “generale e generalizzato”, tutte le vertenze lavorative e sociali che infiammano il nostro territorio e il Paese. Vogliamo raccogliere la voce di quelle realtà – sottolinea l’Usb – che da anni si battono quotidianamente per cambiare lo stato delle cose, opponendosi con coraggio alle politiche di macelleria sociale portate avanti, senza distinzione, dai vari governi che si sono succeduti: esecutivi diversi, ma uniti nel favorire i profitti dei ricchi a discapito della maggioranza della popolazione».

«Rifiutiamo la logica della “Finanziaria di guerra” e del piano RE-Arm EU, che sottraggono risorse vitali a salari, sanità e scuola per dirottarle nell’industria bellica. Diciamo basta – scrive il sindacato – alla complicità con il genocidio in atto: esigiamo l’interruzione immediata di ogni collaborazione militare, scientifica e politica con lo stato di Israele e il blocco del transito di armamenti dalle nostre infrastrutture».

Le rivendicazioni sono chiare:

Salari e Dignità; vogliamo un salario minimo di partenza di 2.000 euro, l’adeguamento automatico all’inflazione reale e la riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione.
Lavoro e Diritti: basta precarietà. Chiediamo un milione di assunzioni nella Pubblica Amministrazione, l’abolizione del sistema degli appalti che uccide e sfrutta, e la cancellazione della Legge 146/90 che imbavaglia il diritto di sciopero.
Welfare e Casa: pretendiamo una sanità pubblica, gratuita e universale, il diritto all’abitare per tutti, una scuola libera da logiche militari e pensioni dignitose con il ritorno ai 62 anni.

 

 

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