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La marcia silenziosa di Rievoluzione Calabria in ricordo delle vittime di mafia

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“La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

 

COSENZA – Sono passati 24 anni dalla Strage di Via D’Amelio, l’attentato di stampo terroristico-mafioso compiuto a Palermo, nel quale persero la vita il magistrato Paolo Borsellino e i cinque agenti di scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.

Il 19 luglio del 1992, alle 16.58, una Fiat 126 rubata contenente circa 90 chilogrammi di esplosivo, esplose in via Mariano D’Amelio 21, sotto il palazzo dove viveva la madre di Borsellino. La mafia sapeva che quel giorno, domenica, il giudice sarebbe andato a trovare la madre. Una strage che ogni anno, ci ricorda quanto siano stati grandi i suoi eroi; magistrati impegnati nella lotta contro il potente sistema mafioso che per scampare alla legge… decise di farla’ saltare in aria’. Ma non riuscì ad annientare il pensiero antimafia di personalità come Giovanni Falcone e Paolo Borsellino: “Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno”.

Ieri, in occasione del 24° anniversario della strage di Via D’Amelio, l’associazione RiEvoluzione Calabria, ha promosso una silenziosa “Fiaccolata della memoria” partita da piazza Kennedy e terminata in piazza dei Bruzi, per ricordare e onorare la memoria di Paolo Borsellino e di tutte le vittime di Mafia e per non dimenticare i simboli della lotta alla mafia. “Vogliamo smuovere le coscienze di quei cittadini per bene che restano in silenzio, subiscono e non si ribellano ai soprusi della criminalità organizzata per paura di essere soli” – hanno dichiarato gli organizzatori. “La Calabria non è per nulla immune al fenomeno mafioso e da Cosenza parte un grido di libertà, perché in questa terra la gente onesta è maggioranza”.

Ed ecco qualche immagine della fiaccolata alla quale hanno partecipato un centinaio di persone tra cui molti giovani, la vera speranza di un Paese, di una regione, in cui la cultura mafiosa continua ad operare e alla quale il giudice Paolo Borsellino si rivolse così: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia, svanirà come un incubo.”


 

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