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Camigliatello, accoglienza migranti per nulla “straordinaria”. La denuncia del comitato Prendocasa (AUDIO)

camigliatello

I primi arrivi avevano creato già diverse polemiche a Camigliatello Silano, centro turistico montano ricadente nel comune di Spezzano della Sila. A preoccupare ora è la situazione di ospitalità caratterizzata da una ‘gestione’ alquanto discutibile.

COSENZA – Il comitato Prendocasa di Cosenza ha lanciato l’allarme in merito alla gestione di un centinaio di profughi, ospitati in un albergo a Camigliatello Silano, centro che già aveva dato accoglienza ad una sessantina di migranti. In merito anche il sindaco di Spezzano, Monaco, aveva espresso preoccupazione soprattutto perchè avrebbe ‘subito’ l’arrivo imposto dalla Prefettura di Cosenza di decine di immigrati senza nessun preavviso.

Ora a Camigliatello, da una decina di giorni, sono stati trasferiti i 30 ragazzi curdi, tutti potenziali rifugiati politici, che avevano messo in piedi nei giorni scorsi una sorta di “tendopoli di protesta” davanti alla Prefettura che dopo essere stati sistemati per alcuni giorni in un ostello della città vecchia, con provvedimento emergenziale adottato dall’Amministrazione Comunale su continue pressioni del Prendocasa, sono stati caricati su un pullman alla volta di Camigliatello Silano, in una struttura ricettiva adatta ad accoglierli.

 

Una struttura però che di ‘adatto’ e ‘ricettivo’ ha veramente poco. Il comitato Prendocasa parla di situazione agghiacciante: niente corrente elettrica, pochi letti, materassi sistemati alla rinfusa in giro per la struttura, assenza di rubinetteria, e quindi di acqua, nei servizi igienici, mancanza di una sala mensa in cui distribuire dignitosamente i pasti, composti, per lo più, da pasta e riso. Nella struttura alberghiera che potrebbe ospitare circa 70 persone ora vivono 145 persone in precarie situazioni igieniche, cono docce in comune e con acqua gelida.

Questa mattina, ha illustrato la situazione di Camigliatello, sottolineando che problemi simili ci sono anche numerosi immigrati ‘accolti’ recentemente a Rende, Elma Battaglia, attivista dello Spazio sociale Rialzo e del Comitato PrendoCasa

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“Alla Prefettura di Cosenza, che pensa di aver risolto la questione – scrive il Comitato Prendocasa – stipando i rifugiati in un ghetto dalle mura d’oro falso, e ai responsabili regionali, colpevoli di un reiterato silenzio, diciamo che la nostra lotta per i diritti dei rifugiati è appena cominciata e non terminerà finché non si porrà fine allo scempio di un’accoglienza fondata sull’improvvisazione, l’incompetenza, la speculazione. Quello di Camigliatello Silano è l’ennesimo CAS che apre battenti in zona ricevendo autorizzazioni tanto rapide quanto facili. L’accoglienza non può fondarsi sull’apertura di queste strutture improvvisate, indecorosi tappabuchi di un’enorme faglia che andrebbe ricomposta con l’attuazione di politiche migratorie e d’accoglienza serie e ponderate”. 

Mentre comitati e associazioni “testimoniano la vergogna di un’accoglienza per nulla “straordinaria”, sopperendo alle mancanze istituzionali, la Regione Calabria tace. Ci interesserebbe capire cosa pensa di questo cronico “stato d’emergenza”, elevato a norma di sistema, la regione Calabria. Perché il responsabile per la segreteria della presidenza regionale con delega all’Accoglienza e Integrazione, Giovanni Manoccio, non si pronuncia su questo strano concetto di accoglienza? Come si può tacere su ciò che sta accadendo? Il silenzio è complicità. La Regione vuole, quindi, essere complice della barbarie che si sta perpetrando a Camigliatello Silano e oppure intende prendere parola? La Prefettura ha intenzione di vigilare sulle condizioni dei CAS cui concede ciecamente facili autorizzazioni o preferisce trincerarsi dietro la cortina delle soluzioni di comodo, introiettando nel sistema dell’accoglienza figure ambigue interessate unicamente a creare speculazione e business dei corpi?”

L’Animed  gestisce il centro di Camigliatello

Accoglienza diventata “un giocattolo prediletto di affaristi senza scrupoli”

“Abbiamo anche SPRAR virtuosi e strutture d’accoglienza che funzionano sui nostri territori. Non lasceremo che l’accoglienza – scrivono i militanti del comitato Prendocasa – diventi il giocattolo prediletto di affaristi senza scrupoli appoggiati da Prefetture al collasso e organi regionali inesistenti. Chiediamo, a gran voce, che Prefettura e Regione ci spieghino se è ulteriormente tollerabile spacciare per accogliente una struttura senza corrente elettrica, equipaggiata solo di materassi di fortuna, stipata all’inverosimile, con acqua gelida e condizioni igienico-sanitarie estremamente precarie. Se a questi disperati, che fuggono da miserie, Terrore e guerre di Stato, non vengono riconosciuti i diritti minimi, come possiamo immaginare un futuro di reale convivenza, dove chi sbarca nelle nostre città o vi approda via terra possa sentirsi pienamente accettato? Accoglienza non vuol dire solo tutela dei bisogni primari, ma creazione di percorsi solidali e inclusivi, capaci di riconoscere dignità al migrante, che non va “tollerato” o incorporato, perché fa naturalmente parte del tessuto sociale delle nostre città e, come tale, ne è assoluto protagonista”.

 

Foto: Comitato Prendocasa

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