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‘Mobilitati’ sull’A3: “Se non pagano occupiamo i cantieri di piazza Bilotti”

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COSENZA – La pioggia non li ha fermati.

Sono ormai al quarto giorno di presidio permanente, accampati sulla rotonda all’ingresso della Salerno – Reggio Calabria di Cosenza Sud. Giorno e notte. I sindacati non appoggiano la protesta, preferiscono sedersi con Scopelliti ed aprire un tavolo sull’emergenza lavoro. “La protesta non risolve nulla” dicono i delegati della CISL che insieme ai colleghi di CGIL e UIL si tengono ben lontani in questi giorni dal perimetro che va da via Pasquale Rossi alla Madonnina. I lavoratori invece rimangono lì, sulla rotonda pronti ad inasprire la lotta. Una lotta per la sopravvivenza: 300 euro mensili di sussidio che l’Inps non corrisponde più da almeno cinque mesi. La giustificazione è che mancano i fondi, ma in realtà pare che siano già stati stanziati 36 milioni di euro per coprire le mobilità, ma non quelle in deroga, ovvero non quelle di chi è da più tempo senza un contratto di lavoro. Una delegazione di lavoratori è stata ricevuta martedì dal presidente della Provincia Mario Oliverio che ha espresso solidarietà ai manifestati e assicurato che cercherà di interloquire con l’assessorato al Lavoro della Regione per risolvere il mancato pagamento delle mensilità arretrate. Intanto i ‘mobilitati’ annunciano che non resteranno a braccia conserte in attesa di risposte: “lo abbiamo già detto – afferma uno dei lavoratori in presidio – se non ci pagano blocchiamo tutto. Non abbiamo nessun problema ad assumere forme di lotta più incisive. Non aspetteremo molto. Se non ci pagano, se non ci garantiscono quello che ci spetta di diritto occuperemo i cantieri di piazza Bilotti. Non si muoverà neanche un mattone finchè non avremo gli assegni in mano“. E nel fare sentire la propria determinatezza i manifestanti in presidio lanciano un appello ai 7mila lavoratori in mobilità del cosentino e a tutti quei cassaintegrati e disoccupati che sono stati abbandonati dalle istituzioni: “Venite qua con noi a protestare, dobbiamo essere compatti. Incontriamoci, parliamo, confrontiamoci. Non si può continuare a stare in casa aspettando le comunicazioni dell’INPS. Siamo in mobilità, mobilitiamoci!”.

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