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Narcos calabrese arrestato nella capitale, riforniva di cocaina i politici pugliesi

carabinieri

Ricercato da due anni era in casa in attesa di partire per la Spagna.


ROMA – Accusato di narcotraffico insieme ai vertici della Sacra Corona Unita. I Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Roma hanno arrestato Paolo Cocco, 63 anni, ricercato da circa due anni: l’uomo deve scontare una pena di quasi dieci anni di reclusione, poiche’ ritenuto responsabile di associazione per delinquere finalizzata allo spaccio di sostanze stupefacenti e in passato indagato con esponenti di spicco di articolazioni territoriali della ‘ndrangheta operanti nella provincia di Reggio Calabria. Nell’abitazione in cui si nascondeva i carabinieri hanno trovato 15mila euro in contanti, documenti con nome falso e biglietti aerei per Valencia, in Spagna, dove era in procinto di recarsi per proseguire la latitanza. Denunciati dai Carabinieri di via In Selci anche i proprietari della appartamento, in zona Labaro a Roma, marito e moglie di 50 e 47 anni, per favoreggiamento personale. Cocco era ricercato in quanto destinatario di un provvedimento emesso dalla Procura Generale di Taranto nel novembre 2015.

 

L’uomo si trova ora presso il carcere di Rebibbia a disposizione dell’Autorita’ giudiziaria.  Nel 2011 insieme al figlio Alessandro Luigi era stato arrestato per associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti (cocaina e eroina) ed estorsioni aggravate dal metodo e dalle finalità mafiose. L’operazione fu condotta in tutt’Italia che ha portato a 49 arresto di presunti affiliati al clan pugliese dei Rizzo, federato alla Sacra Corona Unita. La cosca veniva ritenuta dagli inquirenti egemone a Lecce e nei centri limitrofi monopolizzando il mercato della droga estendendo i suoi interessi anche al controllo dei servizi di sicurezza nei locali notturni della provincia. Paolo Cocco e il figlio Alessandro Luigi si sarebbero occupati di procacciare lo stupefacente che serviva a rifornire anche i politici pugliesi fungendo da intermediari con i narcos esteri. I due poi organizzavano logisticamente i viaggi per recapitare lo stupefacente in Puglia assoldando fidati corrieri. Nel corso dell’operazione furono infatti sequestrati sei chili di cocaina che Cocco Paola aveva cercato di spedire in Salento.

 

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