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Lotta al narcotraffico internazionale, in manette altri quattro indagati

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È il seguito dell’operazione Santà Fé 2013, condotta dalla Dda in collaborazione con la Dea e con la Guardia Civil spagnola

REGGIO CALABRIA – Altra appendice dell’operazione Santa Fé 2013, un’inchiesta contro il narcotraffico internazionale condotta dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria in collaborazione con la Dea americana e la Guardia Civil spagnola. Il troncone italiano delle indagini, che hanno riguardato anche gli Usa e la Spagna, è stato gestito dalla Guardia di Finanza.

Nel 2013 erano finite sotto indagine 31 persone, sospettate di appartenere a un consorzio criminale piuttosto forte nel Reggino (in particolare nella Piana, nella Locride e nella zona tirrenica). A tenere le redini di questa consistente attività, provata dal sequestro di quattro tonnellate di cocaina purissima, sarebbero stati, secondo gli inquirenti, Francesco Di Marte, Antonio Femia, Nicodemo Fuda e i fratelli Alvaro, Vincenzo e Giuseppe.

 

Questi ultimi, in particolare, sarebbero stati in grado di pianificare il recupero della droga che arrivava via mare nascosta nei containers grazie a numerosi contatti con vari operatori portuali al soldo del sodalizio. Un vero e proprio “fronte del porto” al servizio dell’organizzazione sgominata dalla Dda.

Negli scorsi giorni le Fiamme Gialle del Gico di Catanzaro hanno arrestato altri quattro indagati, nei cui confronti il giudice per le indagini preliminari, in un primo momento, non aveva ritenuto sussistenti gli estremi per la detenzione cautelare.

 

Sono state le dichiarazioni di due indagati, che hanno iniziato a collaborare con la giustizia, a far cambiare idea al gip, venuto in possesso di nuovi elementi in seguito alle “cantate dei due”. Il risultato di questo “supplemento di manette” sono quattro decreti di detenzione cautelare, tre dei quali in carcere e uno ai domiciliari.

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