Il legale difensore giustifica il critico nominato assessore nella Giunta Occhiuto: “E’ il più maleducato d’Italia, ma non è violento”.
MILANO – Ancora una grana per l’assessore alla Cultura del Comune di Cosenza con delega al centro storico. Il critico d’arte Vittorio Sgarbi è stato condannato a cinque mesi di reclusione per resistenza a pubblico ufficiale nell’ambito del process ocon al centro un diverbio avuto dall’ex parlamentare con alcuni carabinieri davanti ad uno degli ingressi dell’Expo il 22 maggio dell’anno scorso. L’ex sottosegretario ai Beni culturali ha inteso essere giudicato con rito ordinario godendo così di un notevole sconto di pena. Lo ha deciso il giudice della quarta sezione penale del Tribunale di Milano, Marco Tremolada, che ha anche condannato a quattro mesi di detenzione Nicola Mascellani, l’autista della macchina sulla quale viaggiava l’ex deputato di Forza Italia che ha insultato uno dei militari chiamandolo ‘fascista’. Il diverbio era nato dal fatto che i due erano entrati in auto contromano e senza alcun tipo di biglietto all’ingresso 6 dell’Expo. La corsa fu fermata dai militari, ma il critico d’arte che doveva inaugurare una mostra da lui curata ha incitato l’autista a forzare il blocco rischiando di investire uno dei carabinieri di turno al varco.
Il pm Elio Ramondini aveva chiesto di condannare i due rispettivamente a un anno e mezzo e un anno di reclusione. Vittorio Sgarbi aveva già risarcito la somma totale di 10mila euro ai quattro carabinieri e mille euro per l’Arma ottenendo così l’estinzione del reato di oltraggio che gli era stato contestato dal pm proprio per l’acceso diverbio con i militari avvenuto ad uno degli ingressi dell’Expo di Milano. Il suo legale difensore, nel richiedere l’assoluzione per Sgarbi perché “il fatto non sussiste”, ha detto che il suo assistito “è un maleducato, forse tra i più maleducati d’Italia, ma non è un violento e se viene portato alla calma, ragiona“. Non è la prima volta che l’ex sottosegretario al Ministero dei Beni Culturali incassa una condanna penale. Per i reati di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato fu condannato in via definitiva a sei mesi e dieci giorni di detenzione e al pagamento di una multa di 7oo milioni di lire. L’assessore scelto da Occhiuto per rimettere in sesto il centro storico di Cosenza in quell’occasione era stato denunciato in quanto in tre anni in cui veniva retribuito in quanto funzionario della Soprintendenza per i Beni artistici e storici del Veneto si era recato sul posto di lavoro solo tre volte.
Un assenteismo sistematico giustificato con continui certificati medici falsi, per la cui produzione è stato condannato anche il dottore che li ha redatti, in cui venivano citate malattie improbabili, che impossibilitavano Sgarbi a recarsi sul posto di lavoro, come il cimurro che però non colpisce gli esseri umani o l’allergia al matrimonio che in realtà non esiste. “Un giorno – raccontò in aula durante il processo la soprintendente – Sgarbi doveva stilare una perizia sul restauro del teatro di Schio, ma ha lasciato che l’assistente utilizzasse una precedente perizia, travasandola praticamente in quello che doveva essere un nuovo documento storico-artistico e anche di spesa”. Eletto sindaco in Sicilia nel Comune di Salemi Sgarbi allontanato dal Palazzo del Municipio dal Ministero che sciolse tutti gli organi comunali per infiltrazioni mafiose. Nella relazione in cui sono spiegate le ragioni del commissariamento, è scritto che secondo il Viminale, nella procurata infiltrazione mafiosa il sindaco Vittorio Sgarbi ha avuto “precise responsabilità in quanto non ha arginato le interferenze sul Comune di Salemi da parte dell’onorevole Pino Giammarinaro, sorvegliato speciale, ex consigliere regionale in Sicilia”. Dalle indagini sarebbero emersi casi in cui Giammarinaro raggiungeva l’aeroporto di Palermo, andando a prelevare di persona il sindaco Vittorio Sgarbi per fargli firmare in auto provvedimenti che risultavano poi sottoscritti nel palazzo municipale.
