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LEZIONI DI MORALE da Gabriele Carchidi… iacchitè da che pulpito!

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Il rispetto della vita e della morte non c’entra nulla con il cordoglio di un’intera cittadina che domenica scorsa a Pedace, ha portato il suo cuore e la sua presenza, anche con un sorriso rivolto al cielo, per una morte naturale e che qualcuno pensa di infangare e manipolare nascondendosi dietro una lettera anonima.

RENDE (CS) – La comunità di Pedace è fatta di persone, cittadini, paesani e amici. Quella lettera, anonima e quindi riconducibile a qualcuno che ha preferito ‘nascondersi’ pur di metterci la faccia, fa del male a chiunque, non solo a coloro i quali hanno perso il proprio congiunto ma, dobbiamo dirlo, anche ai  tantissimi cittadini pedacesi, uomini, donne, anziani e bambini che hanno celebrato con la propria presenza la Madonna Addolorata, detta La Pecorella.

Come redazione giornalistica riceviamo tantissime lettere anonime, ma se prima di pubblicarle non verificassimo realmente e concretamente fatti e circostanze, non renderemmo un servizio professionale, corretto e trasparente. C’è chi invece attraverso pseudo lettere firmate da ‘fantomatici lettori’ punta il dito senza minimamente verificare quanto accaduto. Domenica pomeriggio, a Pedace, la comunità intera e pertanto migliaia di persone, uomini, donne, anziani, bambini, compaesani, residenti… hanno partecipato alla festa in onore della Madonna cosiddetta Pecorella.

Nel primo pomeriggio di domenica, il signor Mario Peluso, di 75 anni, è scomparso per un arresto cardiaco nel dolore generale di chi si è attivato anche per  tentare di soccorrerlo. Una morte naturale, un evento certamente che ha destato il dolore di quanti lo conoscevano, anche e soprattutto del sindaco, Marco Oliverio che, a differenza di chi in forma anonima ha puntato il dito e chi in maniera subdola ha pubblicato una lettera così, senza verificare i fatti, ha voluto rivolgere il suo dolore per la scomparsa del concittadino, tanto da attivarsi per primo non solo con i soccorsi ma anche con la struttura cimiteriale comunale.

Il signor Mario Peluso, per il quale oggi sono stati celebrati i funerali, si è spento a 75 anni, a causa di un infarto e a nulla è valso l’arrivo dei soccorsi. Il fatto che fosse anziano non è assolutamente una giustificazione ma di certo, se si fosse spento nella sua camera o in un letto d’ospedale, quella lettera sarebbe arrivata lo stesso alla redazione di quell’inserto telematico. Quella lettera infatti, per i modi e il luogo in cui è ‘ospitata’, sembra chiaramente un attacco insensato ad un intero paese, al sindaco, al parroco e alla macchina organizzativa che ha lavorato attorno all’evento religioso e civile, atteso dall’intera comunità.

The Show Must go on??? Ridurre il discorso a questo è davvero banale. La morte purtroppo è un dolore per chi ha a che fare con la perdita di una persona cara, e nessuno deve permettersi di parlare di mancanza di rispetto per essa. Non si può accusare il sindaco, la parrocchia e chi era lì per rispettare un impegno, organizzando uno spettacolo o una diretta radio, perché ognuno di questi ha svolto il proprio lavoro e ruolo.

Marco Oliverio, primo cittadino di Pedace, non riesce a credere a ciò che ha letto: “Chi ha scritto questa lettera becera, probabilmente, era alla festa come tutti gli altri. Poi per dare un po’ di visibilità ad una testata ha pensato bene non solo di infangare il mio nome e quello del Paese, ma di scrivere una lettera con contenuti non veritieri. Chi si è impegnato in prima persona nei momenti successivi al malore dell’anziano sono stato proprio io, ma dopo ciò, sono sempre più convinto che al mondo esistano persone stupide, che arrivano a strumentalizzare la morte per scopi subdoli e che dovrebbero solo vergognarsi“.

Quando la persona di cui si parla ha avvertito il malore infatti, a differenza di quanto riportato nella lettera pubblicata “sull’inserto” Iacchitè – continua il sindaco – “era fuori dal bar, perché in quel momento era tutto chiuso. Io stesso ho contattato le ambulanze che sono intervenute, hanno cercato di rianimarlo ma non c’è stato niente da fare. Questa persona io la conoscevo e nei suoi confronti, avevo ed ho, il massimo rispetto, tanto che oggi ho partecipato anch’io ai suoi funerali. Chi ha segnalato questa vicenda descrivendola nella maniera più subdola, è sicuramente qualcuno che ha festeggiato più di tutti. Poi il mattino dopo, forse ha avuto qualche suggerimento e ha pensato bene di scrivere ed offendere non solo la memoria della persona scomparsa, ma anche quella di tutti i pedacesi che hanno partecipato ai festeggiamenti religiosi e civili“.

Quella di domenica era una festa religiosa – prosegue Oliverio – e il sindaco conta tanto quanto; ma non è neanche questo il problema. La festa doveva continuare. Non è stato un evento tragico ma una scomparsa che, seppur dolorosa, è stata naturale. Io  l’ho anche citato e ricordato nel discorso conclusivo e a me per primo dispiace tantissimo, ma sono eventi legati alla naturalità della vita. La lettera è solo una sceneggiata becera che non capisco.  Noi e tutta la comunità pedacese è vicina alla famiglia e a differenza di chi ha scritto quella lettera, io ci sto mettendo la faccia“.

Pertanto non ho assolutamente nulla da replicare e a differenza di chi scrive, io mi potevo considerare un amico di questa persona. Io non devo giustificarmi, così come non deve giustificarsi la comunità che ha preso parte numerosissima ad una manifestazione religiosa e che davanti ad un accadimento, lo ribadisco, spiacevole ma naturale, ha partecipato celebrando con un sorriso questa persona. Ma qualcuno vuole far passare per altro, tutto questo“.

Le ipocrite accuse ad Rlb Radioattiva

Ed eccoci alla considerazione sulle parole infime relative alla “diretta radiofonica su RLB, la radio del potere. O meglio la radio al servizio del signorotto di Pedace ovvero il “solito” Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale amico degli amici e compare del mio compare”.

Caro il nostro giornalista con diversi precedenti penali, ci dispiace dover sottolineare che Rlb è una radio libera e non è soggetta al potere di nessuno… ma di tutti!

Sì, siamo la radio di Giudiceandrea, ma anche di Roberto e Mario Occhiuto, di Marcello Manna, di Vittorio Toscano, di Fausto Orsomarso e di Franco Corbelli; di Nicola Morra e Laura Ferrara. Ah si, siamo la radio di Jole Santelli, di Rosaria Succurro, di Klaus Algieri; di Sergio Crocco e de ‘La Terra di Piero’, di Fabio Pugliese e l’Associazione Basta vittime sulla Statale 106 Jonica…

Siamo la radio delle volontarie del canile di Donnici, delle associazioni di volontariato, del centro antiviolenza Lanzino; la radio di Mario Oliverio e di Ernesto Magorno, di Marco Ambrogio e di Loredana Pastore, dell’assessore Vigna e del comitato Prendocasa, del comitato Crocevia, del comitato Piazza Piccola… La radio di Roberto Bilotti, di Luca Scornaienchi, di Cristian Romeo, di Anna Laura Orrico… Ah dimenticavo, Rlb è la radio di Sebastiano Barbanti, di Fausto Sposato, del dottor Sergio Abonante, di Sandro Biondo, di Roberto Castagna, di Angelo Sposato, e ancora di Ignazio Messina e Francesco Molinari…. ma è anche la radio di Roberta Cleo, di Cecilia Cesario, di Alfredo Bruno; e ancora di Giuseppe Geraci, di Stefano Mascaro, di Carlo Tansi…  E l’elenco sarebbe molto, molto lungo.

E questo perchè “siamo” giornalisti; ci svegliamo la mattina alle 5.00 e siamo già operativi in giro per la città a raccontare fatti e notizie e non confinati in uno scantinato nascosti come i topi.

Contattiamo le persone e le “personalità” e diamo loro spazio nella trasmissione informativa del mattino, oltre che nel nostro articolato palinsesto, ospitando quello che hanno da dire, senza manipolazioni. Questo perché riteniamo i nostri ascoltatori liberi di giudicare e giudicarci, di essere contrari o meno, di farsi la ‘loro’ idea. Perché non abbiamo bisogno di gettare fango per sentirci giornalisti, non abbiamo bisogno di sparare a zero contro chiunque per rimediare clic o like… perchè siamo convinti dell’intelligenza di ogni persona che sceglie di ascoltare Rlb Radioattiva, una radio che, a differenza di altre ‘realtà’, non prende soldi ‘sotto banco’ da nessuno.

Tornando alle accuse mosse nei confronti di Rlb che ha semplicemente fatto una diretta in occasione di una Festa, quella della Pecorella, ci teniamo a sottolineare che questa scomparsa non ci è stata riferita così come l’ha descritta il suddetto ‘inserto telematico’. Tra l’altro il sindaco Oliverio è stato presente anche quando tecnici e speaker, hanno incontrato problemi tecnici. Come se non bastasse, le persone che domenica hanno partecipato alla festa sono state migliaia. Era una volontà popolare quella di proseguire nelle celebrazioni che hanno visto lo svolgimento di una riffa di beneficenza, di tantissime bancarelle, di una processione, di un concerto e perchè no, anche di una diretta radiofonica. Avremmo dovuto smontare e andare via così come il chiosco non avrebbe dovuto più fare i panini?

Ciò che il direttore di quell’inserto telematico scrive, con il suo solito e noto stile volgare e grossolano, per sollevare polveroni senza fondatezza, non è altro che l’ennesimo becero tentativo di denigrare il lavoro di persone oneste e buttare fango su chi non è ricoperto di fango come lui. E non accettiamo certamente giudizi morali dal ‘poco rampante’ direttore Gabriele Carchidi, né riceviamo contributi da parte di politici per praticare maldicenze senza fondamento nei confronti di avversari o antagonisti. 

Caro Gabriele Carchidi un consiglio però te lo vorrei dare: visto che Iacchitè non è altro che un inserto telematico di ‘Cosenza Sport’ e tu lo hai trasformato in un canale per vomitare tutta la tua ‘solitudine giornalistica’, perché non torni ad occuparti del Cosenza Calcio, visto che sapevi farlo così bene? Ah dimenticavo… anche allo stadio non vieni più (chissà perché!). E allora goditi la vita, sorridi, pianta un orticello e smettila di pensare che tutto sia un intrallazzo e che tutti vivono e lavorano solo per interessi personali e di potere!

Firmato
“il direttore rampante” di Rlb Radioattiva
e Quicosenza.it Simona Gambaro

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