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Sanità, aumenta il numero dei calabresi che vanno a curarsi fuori regione

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Un trend negativo dal quale la Calabria non riesce ad uscire: è quello della mobilità sanitaria calabrese. Un dato che genera un costo altissimo per le casse della Regione.

CATANZARO – Numeri in aumento quelli dei calabresi che migrano in altre regioni per le cure sanitarie. La Commissione “Salute” della Conferenza Stato-Regione, ha preso in esame i saldi di mobilità sanitaria per gli anni 2014 e 2015, ponendo a base i dati consolidati e già erogati dell’anno 2013”. Franco Pacenza, che ha partecipato ieri ai lavori della Commissione in qualità di membro delegato in rappresentanza della Regione ha evidenziato che in Calabria “si registra un nuovo aumento della mobilità sanitaria passiva, con un conguaglio per gli anni indicati di circa 19 milioni di euro in più rispetto al 2013. Aumenta, quindi, il trend negativo della mobilità sanitaria calabrese”.

Una discussione, quella di ieri, che si è protratta per ore e che ha visto la posizione delle diverse regioni molto articolata: le regioni del Centro-Nord, destinatarie di mobilità attiva da una parte e quelle del Sud, destinatarie di mobilità passiva, dall’altra.

“Il fronte delle regioni in mobilità passiva guidato dalla Regione Lazio – ha detto Pacenza – ha ottenuto, assieme alla Calabria, una verifica per le regioni in Piano di Rientro, sia per riappropriazione delle prestazioni che per quelle di bassa e media complessità. Ciò anche alla luce del fatto che le regioni in Piano di Rientro, essendo sottoposte alla verifica dei tavoli di monitoraggio interministeriali, hanno applicato rigorosamente la spending review a partire dal 2012, mentre le regioni non in Piano di Rientro, non hanno fatto altrettanto”.

“Lo dimostra il fatto, per esempio- prosegue Pacenza- che in Calabria la mobilità passiva è ormai quasi alla pari tra le strutture pubbliche e quelle accreditate del centro nord. Nessuno mette in discussione la libertà del cittadino per prestazioni sanitarie di alta complessità. Le altre prestazioni, invece, di bassa e media complessità, vanno verificate per evitare abusi e domanda indotta”.

“Al termine della discussione odierna – ha concluso il delegato del Presidente Oliverio alla Sanità – è stata costituita una commissione tecnica che, nella seduta di domani, avanzerà una proposta conclusiva sui criteri da mettere a base per sancire, definitivamente, i conguagli 2014 e 2015 ed inoltre, per indicare le procedure da cui far scaturire i conseguenti correttivi, a partire già dal 2016, ma soprattutto per il futuro”.

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