COSENZA – La trovata del dirigente scolastico del liceo scientifico “Fermi” di Cosenza ha dell’incredibile oltre che dell’assurdo.
Nell’ultima riunione del Consiglio di Istituto infatti, la Dirigente, avrebbe proposto di effettuare corsi di recupero per gli alunni in difficoltà su alcune materie, utilizzando gli stessi docenti che al mattino effettuano regolarmente servizio presso il Liceo Scientifico e verosimilmente, cosa inaudita, a pagamento, ovvero dietro un contributo economico delle famiglie. La scuola pubblica, ma soprattutto la preside dunque, si è inventata le lezioni di recupero a pagamento. Sentita la Dirigente, avrebbe addirittura giustificato la sua proposta sottolineando che siccome alcuni docenti impartiscono lezioni private al pomeriggio a pagamento, e ovviamente a nero, in questo modo quest’attività diventa trasparente…si, ma sulle spalle delle famiglie già duramente vessate da una crisi economica dura da affrontare ogni giorno.
In merito alla singolare vicenda è intervenuta la segreteria del sindacato Flc-Cgil che ha sottolineato come l’iniziativa del DS del Fermi, non è prevista da nessuna norma e che far pagare le famiglie, per attività di recupero degli studenti, che necessitano un supporto didattico al fine di recuperare le lacune che si dovessero presentare nel corso dell’anno scolastico, non deve avvenire a pagamento. Tra l’altro, l’O.M. 92/2007 (che recepisce i D.M. 42/2007 e 80/2007) stabilisce che “le attività di sostegno e di recupero costituiscono parte ordinaria e permanente del piano dell’offerta formativa che ogni istituzione scolastica predispone annualmente”,e soprattutto come ogni contributo delle famiglie sia regolato dalla nota prot. n.312 del 20 marzo 2012 del Capo Dipartimento per l’Istruzione (“ogni contributo delle famiglie deve essere volontario e mai finalizzato all’attività ordinaria ). Incurante di tutto ciò, la dirigente di questa scuola sta provando a compiere una spericolata operazione dal sapore classista ed escludente – sottolineano dal sindacato – che si accompagna ad una convenzione stipulata con la banca UBI-Carime per finanziare il prestito di una somma con “condizioni agevolatissime” per far fronte alle spese per “corsi di sostegno/studio”.
Un invito alle famiglie ad indebitarsi, per pagare attività promosse dalla scuola rappresenta una lesione dei diritti costituzionalmente sanciti. L’organizzazione sindacale, sia provinciale che regionale ha espresso la sua più netta e totale contrarietà ad ogni ipotesi del genere ed ha già avviato oggi, le necessarie iniziative utili per bloccare questo progetto, chiaramente illegittimo oltre che discriminatorio, rendendone partecipe l’Ufficio Scolastico Regionale, la Regione Calabria ed il MIUR.
