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Giornata internazionale contro la violenza alle donne. Non solo un banale ricordo

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Oggi ricorre la giornata internazionale contro la violenza alle donne.

Numerose in Calabria, in Italia e nel Mondo le donne vittime della barbarie e del “desiderio” dell’uomo: fidanzato, marito o convivente. Forse più di altre è la provincia di Cosenza ad avere pagato un prezzo altissimo: Roberta Lanzino, Anna Morrone, Maria Rosaria Sessa, Tiziana Falbo, solo per fare qualche nome. E poi donne che fra le quattro mura di casa, nell’anonimato, ancora sopportano violenza fisica e morale. E quelle ragazze doccia o baby squillo? Non sono anche loro vittime di un “desiderio” brutale e bestiale? Roberta è diventata il simbolo di questa battaglia grazie al coraggio dei suoi genitori, Franco e Matilde, che non hanno smesso mai di combattere questa guerra che, per fortuna, oggi, non è contro i “mulini a vento”. Grazie a loro, grazie alla denuncia di quelle donne che finalmente trovano il coraggio di uscire allo scoperto, grazie anche ad una maggiore attenzione legislativa, grazie a bravi giornalisti che hanno il coraggio di denunciare, oggi c’è maggiore sensibilizzazione. Più si va avanti, più se ne parla, più si ha il coraggio di denunciare, più si alzano i “coperchi” da quei “pentoloni” di crudeltà inaudita e vengono fuori storie che, ai più, sembrano assurde. Eppure esistono. Roberta, Anna, Maria Rosaria, Tiziana…, il loro sacrificio avrà avuto un senso se quelle 113 paia di scarpe sparse sulle piazze oggi le indosserà ognuno di noi e ne avvertirà il peso della responsabilità. Al contrario quelle scarpe saranno state solo una bella coreografia per una bella giornata di passerella e quelle vite rimarranno ancora brutalmente spezzate.

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