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Intimidazioni: tre messaggi “recapitati” in ventiquattr’ore

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COSENZA – Fiamme, piombo e paura. La notte a cavallo tra giovedì e venerdì è stata caratterizzata da tre inquietanti episodi intimidatori che hanno “disturbato” la

tranquillità di tre centri dell’hinterland cosentino: Marzi, Torano Castello e Marano Marchesato. Il primo evento delinquenziale ha avuto come epicentro Torano Castello, piccolo centro della Media Valle del Crati. Ignoti, infatti, hanno dato alle fiamme l’auto di Antonio Iannace, ex sindaco del posto, oggi seduto tra i banchi dell’opposizione.

L’auto di Iannace, una Pegeuot 106, parcheggiata fuori dalla sua villa, è stata completamente divorata dalle fiamme. Il primo a dare l’allarme è stato lo stesso ex sindaco, medico di professione, politico per passione, che ha inoltrato una segnalazione di sos alla sala operativa dei vigili del fuoco di Cosenza. La sede del comando di viale della Repubblica ha dirottato l’sos agli uomini del distaccamento di Rende, prontamente intervenuti. Al loro arrivo sul posto i pompieri hanno spento le fiamme, messo in sicurezza l’auto e provveduto a domare gli ultimi focolai ancora attivi. Pochi secondi dopo l’arrivo dei vigili del fuoco, sono sopraggiunti i carabinieri della stazione di Torano Castello, diretti dal maresciallo Antonio Di Vasto. I militari dell’Arma, hanno avviato le indagini di loro competenza, raccogliendo le prime dichiarazioni testimoniali di Iannace che, tra lo sconcerto e l’indignazione, non ha saputo fornire agli inquirenti indizi utili sull’accaduto. I detective del maresciallo Di Vasto indagano a 360 gradi, senza escludere alcuna pista: dalla vita privata all’impegno politico. Non è la prima volta che Iannace finisce sotto la lente d’ingrandimento di episodi intimidatori. Alcuni anni fa, infatti, il medico di base, allora sindaco del piccolo centro della Media Valle del Crati rimase vittima di un altro inquietante segnale: ignoti, infatti, spararono alcuni colpi di arma da fuoco contro una vetrata delala sua abitazione, mandandola in frantumi. Il “crimine”, compiuta la sua prima mossa, ha firmato il suo secondo messaggio, lasciando la sua firma a Marzi. Due proiettili, infatti, calibro 7,65, sono stati lasciati, come chiaro segnale d’avvertimento, sulle scale d’ingresso del Comune. Ad accorgersi dei due bossoli è stato il sindaco Rodolfo Aiello, mentre passeggiava con alcuni amici. Il primo cittadino, fatta la scoperta, ha segnalato l’accaduto ai carabinieri della Compagnia di Rogliano, diretti dal tenente Giovanni Caruso. I militari, dopo aver raccolto i due proiettili, hanno ascoltato il sindaco che, rimasto perplesso per l’accaduto, ha dichiarato di non avere idea del motivo del gesto. E’ la prima volta, infatti, che nel centro del Savuto si verifica un episodio del genere. Anche in questo caso le indagini sono aperte in tutte le direzioni. Sempre il calibro 7,65, ha fatto sentire la sua “voce” a Marano Marchesato. Cinque colpi di pistola, infatti, sono stati usati per centrare due bersagli: un’Opel e una Citroen, appartenenti alla stessa famiglia. Dagli accertamenti investigativi, effettuati dai carabinieri della stazione di Castrolibero, diretti dal maresciallo Vincenzo Cozzarelli, è emerso che il proprietario delle due vetture lavora in una ditta amministrata da uno dei presunti autori dell’omicidio di Franco Messinetti, il parcheggiatore abusivo di Cosenza, ucciso a bastonate nella città dei bruzi alcuni mesi fa. I militari dell’Arma propendono per due ipotesi investigative: estorsione o intimidazione, strettamente collegata con l’episodio omicidiario. In serata, nel corso di un intenso pattugliamento, i carabinieri di Castrolibero, hanno ritrovato in contrada Perri a Marano Marchesato, una Fiat Panda abbandonata. Possibile che l’utilitaria sia stata utilizzata dai malviventi. La Fiat è stata sequestrata e presa in consegna dagli uomini della sezione Ris di Cosenza.

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