L’appartamento usato anche come ufficio dal ‘re dei paparazzi’ ha un valore pari a due milioni e mezzo di euro.
MILANO – Avrebbe intestato casa a un suo fedele collaboratore. Un immobile cui valore è stato stimato sui due milioni e mezzo di euro formalmente di proprietà di Marco Bonato coimputato insieme al fotografo Corona nelle indagini di Vallettopoli è stato posto sotto sequestro. Secondo i magistrati il ‘re dei paparazzi’ avrebbe utilizzato un escamotage per non far finire l’appartamento nei beni a copertura del buco in bilancio da sei milioni di euro della societa Corona’s dopo il suo fallimento. L’abitazione che veniva usata dal fotografo anche come ufficio si trova in via de Cristoforis a Milano e fino al 2008 risultava di proprietà di un commercialista milanese, Luca De Filippo. E’ con lui che Corona inizia a trattare prima che l’appartamento venisse ceduto a due coniugi di Bovalino, in provincia di Reggio Calabria poche ore prime di firmare il rogito davanti a un notaio a Reggio Calabria. Il beneficiario di buona parte dei pagamenti pare sia in ultima analisi il pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo coinvolto nello scandalo degli appalti sull’alta velocità.
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L’operazione con cui è stato acquistato l’appartamento sequestrato oggi a Fabrizio Corona a Milano, oltre “all’interposizione fittizia” come acquirente “di Marco Bonato” ex collaboratore e coimputato del fotografo, ha “aspetti ulteriori di presumibile illiceità”: si va dal rogito effettuato a “oltre mille chilometri dal luogo ove si trova l’appartamento”, alla “interposizione fittizia” anche sul versante della parte che ha venduto, fino alla “destinazione di buona parte delle somme così corrisposte ad un pregiudicato di origine calabrese, Vincenzo Gallo. E’ quanto si legge nel provvedimento con cui i giudici della sezione misure di Prevenzione del Tribunale, Maria Gaetana Rispoli, Giuseppe Cernuto e Ilario Pontani, hanno accolto la richiesta del pm della Dda Alessandra Dolci di mettere i sigilli all’abitazione dell’ex re dei paparazzi, in carcere da qualche settimana e che domani pomeriggio dovrebbe essere al Palazzo di Giustizia milanese per l’udienza davanti ai magistrati di Sorveglianza per la discussione della revoca dell’affidamento in prova ai servizi sociali. .
Secondo la ricostruzione dei fatti effettuata dalla magistratura, chi nel 2008 ha “formalmente” venduto l’immobile sono i coniugi Ceravolo e Gallo ma in realtà dietro di loro si celava Luca De Filippo, il commercialista coinvolto nell’indagine romana che ha portato a un nuovo arresto dell’immobiliarista Stefano Ricucci. Inoltre, sottolinea sempre il provvedimento, buona parte dell’importo corrisposto da Bonato – soldi distratti dal fallimento della Corona’s per confluire nell’altra società dell’ex re dei paparazzi, la Fenice – sono finite nelle tasche di Vincenzo Gallo, “pregiudicato” e parente di Domenico Gallo, imprenditore calabrese considerato da tempo un nome noto delle costruzioni stradali e arrestato di recente nell’ambito dell’inchiesta sulle grandi opere. E’ stato lo stesso Fabrizio Corona, nel corso di un interrogatorio del maggio 2009, ad ammettere “l’origine presumibilmente illecita” dei soldi utilizzati per l’acquisto dell’appartamento di via De Cristoforis a Milano, sequestrato questa mattina dalla Guardia di Finanza.
Come riporta il provvedimento di sequestro, il denaro utilizzato per l’acquisto proveniva dunque, per ammissione dello stesso ex fotografo dei vip, da “un’appropriazione indebita ai danni della Fenice srl”, la società in cui sarebbero confluiti, si legge nell’atto, i soldi della fallita società Corona’s. Dal conto corrente della Fenice proverrebbe infatti “1 milione e centomila euro, suddiviso in 22 assegni circolari di 50 mila euro ciascuno, emessi nel febbraio 2008“. Assegni versati dall’avvocato Tommaso Delfino su delega dello stesso Corona ai due ex proprietari dell’immobile Pasquale Ceravolo e Giuseppina Gallo, che avrebbero poi girato le somme “al pregiudicato calabrese Vincenzo Gallo, che appare così il beneficiario finale del pagamento”.
