Che la sanità in Calabria funziona poco o, non funziona, non lo scopriamo certo noi ma, la cosa che ci sembra grave è l’ormai “assuefazione” alle denunce.
E’ il caso del centro trasfusionale dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza. L’estate scorsa, questo reparto e tutta la sua “organizzazione”, sono piombati nell’occhio del ciclone dopo la morte, prima “sospetta”, poi certa di “malasanità”, di un settantenne ed il rischio concreto corso da un ragazzo, questo vivo solo perché miracolato. E’ stato accertato, fra l’altro, che in quel reparto c’erano gravi carenze anche igieniche e che i locali non erano idonei. Si è parlato di questo “scandalo” per giorni e giorni fino a chiedere la chiusura del reparto di quell’ospedale che il Governatore della Calabria, Scopelliti, voleva “fiore all’occhiello”. Ad oggi sono stati costituiti tavoli tecnici, spesi fiumi di parole ma, i servizi dell’ospedale peggiorano e quelli del Centro Trasfusionale, nella migliore delle ipotesi rimangono uguali all’estate scorsa: un morto ed un miracolato. Ora, il miracolato e le centinaia di persone che hanno periodico bisogno di trasfusioni, come si accostano a quelle macchinette ed in che stato d’animo si recano in quel reparto? La denuncia, ultima in ordine di tempo, è contenuta in un’interrogazione a risposta immediata presentata dal Consigliere regionale del Pd Carlo Guccione al Presidente della Giunta regionale calabrese, on. Giuseppe Scopelliti, nella sua qualità di Commissario per l’attuazione del Piano di Rientro sanitario regionale. Questa la sintesi: “sul Centro Trasfusionale dell’AO di Cosenza, non risultano essere state messe in atto le indicazioni fornite dalla Regione, che risultano copiose e in linea con quelle fornite a livello centrale”. Alla luce di queste conclusioni sul Centro Trasfusionale dell’AO di Cosenza, Guccione chiede a Scopelliti se non ritiene opportuno e urgente intraprendere tutte le iniziative necessarie a garantire la salute dei cittadini, messa a repentaglio dal mancato adempimento degli interventi richiesti dalla Regione e dal Ministero della Salute. Bhe alla richiesta di Guccione certo ci associamo anche noi e, specialmente quei malati, che sdraiati su quei lettini e con gli aghi nel braccio continuano a cercare la vita con la paura della morte.
