Morte di Francesco Roselli all’Annunziata di Cosenza, formulata richiesta di rinvio a giudizio per omicidio colposo per i medici che eseguirono gli interventi. L’udienza davanti al Gup è fissata per il 18 gennaio
COSENZA -“Un’errata terapia farmacologia” e di “gravi omissioni in vigilando ed operative. Condotta che, determinando la mancata adozione di un congruo trattamento impeditivo della proliferazione del materiale purulento, portava all’insorgenza della causa della morte del Roselli, ricondotta ad uno shock settico da ulcera duodenale perforata complicata da peritonite generalizzata e formazione di ascessi multipli. Evento la cui verificazione poteva imputarsi, con elevato grado di credibilità razionale, alla condotta palesemente manchevole dei summenzionati medici”.
Questa la richiesta di rinvio a giudizio, firmata dal PM Marisa Manzini, per la morte sospetta di Francesco Roselli, avvenuta il 29 giugno 2014 all’ospedale Annunziata.
I due medici, per cui è stato chiesto il rinvio a giudizio per omicidio colposo in concorso, sono: Michele Piccolo e Antonio Perri (direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia dell’Annunziata) del reparto di chirurgia “Falcone”.
La triste storia di Francesco Roselli, 64 anni, padre di tre figli; ha inizio più di due anni fa. L’uomo la sera del 20 giugno 2014 si reca presso il Pronto soccorso di Acri, accusando forti dolori addominali, ma viene rimandato a casa non riscontrando, per i medici di turno, nulla di grave. I dolori tuttavia aumentano vertiginosamente e Roselli decide di ripresentarsi al Pronto soccorso. Questa volta viene diagnosticata una sospetta perforazione gastrointestinale, così Roselli viene trasferito presso l’Annunziata di Cosenza, nel reparto di chirurgia “Falcone”.
Lì viene effettuato un intervento chirurgico in laparoscopia per ulcera duodenale. Le sue condizioni, tuttavia, non presentano miglioramenti anzi, dopo cinque giorni dall’intervento, peggiorano.
Finalmente viene effettuata la Tac, eseguita solo il giorno 27 giugno, dopo insistenze della famiglia. Il referto è ancora più allarmante: il suo corpo è devastato dalla sepsi. Ma solo 12 ore dopo l’esame viene sottoposto ad un altro intervento. Purtroppo quella sarà l’ultima volta per i familiari che vedranno il loro caro.
Francesco Roselli muore di shock settico nel reparto di Rianimazione (dove viene trasferito dal reparto di Chirurgia in gravissime condizioni), la mattina del 29 giugno, dopo circa venti ore di coma farmacologico.
A luglio 2014 la famiglia decide di sporgere denuncia, non può accettare una morte così anomala e atroce; assistiti dall’avvocato Vincenzo Conforti, chiedono che venisse fatta piena luce su quanto occorso al proprio congiunto.
Secondo l’accusa, dunque, il decesso del 63enne è da imputarsi alla “condotta palesemente manchevole” dei due medici. Ora si attende l’udienza preliminare, fissata dal gup Salvatore Carpino, per il 18 gennaio 2017.
