Oggi l’Europa e gran parte del Mondo riflettono e fanno memoria, ricordano le vittime dell’Olocausto.
Il calendario segna il 69esimo anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz. Lo sguardo dei cosentini e dei calabresi, non può che cadere su un altro “campo”, seppure meno cruento e noto agli onori degli orrori, che è quello di Ferramonti di Tarsia. Si fa memoria, sia per non dimenticare, sia per tenere vivo il ricordo nelle giovani generazioni perché, come ha avuto modo di scrivere Papa Francesco, è stata “una vergogna per l’umanità. Mai più si ripetano tali orrori”. E’ necessario il ricordo proprio perché ancora ci sono frange, seppure sparute, che gettano “fango” nel processo di civiltà, cercando di vanificare importanti e umane conquiste. Le minacce alla comunità ebraica romana di questi giorni, testimoniano “intollerabili e brutali” atteggiamenti da condannare senza appello. Ed ecco perché è necessario continuare a fare memoria di un fatto che non può diventare retorica ma solo il ricordo di un periodo storico che non può più tornare.
