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Possibile contaminazione di batteri killer all’Annunziata: aperte le indagini per morti sospette

ospedale Annunziata Cosenza

La denuncia è scattata dalle relative querele presentate ieri negli uffici del Nas, trasmesse in Procura che ha avviato le indagini. Due casi di morti sospette per infezioni e uno di una sopravvissuta con gravissimi postumi causati da batteri

COSENZA – Il diritto alla salute, un tema scottante e continuamente discusso nella nostra Regione che, ancora oggi, appare fortemente a rischio. Le gravissime criticità di tipo strutturale, organizzativo e i paurosi vuoti di organici che presenta l’Ospedale dell’Annunziata di Cosenza, ormai sono note a tutti. Ma quello che preoccupa maggiormente sono i casi di malasanità riscontrati presso il nostro nosocomio e che negli ultimi tempi innalzano il campanello d’allarme.

L’ospedale Annunziata di Cosenza oggi mostra nuovi inquietanti scenari. Si tratta di una possibile contaminazione da germi patogeni contratti da pazienti deceduti nell’ospedale. Batteri killer contratti in sale che, per legge, dovrebbero essere asettiche. La denuncia è scattata dalle relative querele presentate ieri negli uffici del Nas, trasmesse in Procura che ha avviato le indagini dei casi.

Sarebbero due i presunti casi d’infezione letale registrati all’Annunziata che avrebbero portato al decesso per setticemia, avvenuti tra giugno e ottobre di quest’anno. A questi si aggiungerebbe anche il caso di una sopravvissuta, ma con gravissimi postumi causati dall’infezione “Serratia Marcensces”, un germe che risiede nel sapone.

I familiari delle vittime hanno consegnato le documentazioni cliniche nelle mani degli avvocati Massimiliano e Paolo Coppa, Luigi Forciniti e Marianna De Lia, che stanno curando il caso e affidato le relative pratiche ai magistrati.

Il timore dei familiari è alimentato, anche, dal recente sequestro delle sette sale operatorie, per una serie di violazioni delle condizioni igieniche che, secondo i Nas, esponevano gli ambienti ad un elevato pericolo di contaminazione. Ma le risposte potranno darle solo gli accertamenti tecnici.

Nel frattempo si indaga, anche, sugli ultimi due decessi avvenuti nel nosocomio cosentino: quello della piccola neonata, per accertare se sia stato fatto davvero il possibile per strapparla alla morte nel reparto di Neonatologia; e quello della dottoressa Maria Barca Garofalo.

Per la morte di quest’ultima, sono stati iscritti nel registro degli indagati, dieci medici. Avvisi di garanzia notificati dal Procuratore Spagnuolo e dal Pm Frascino, notificati a tutti i sanitari che si sono occupati degli interventi chirurgici e della fase post-operatoria della dottoressa Barca Garofalo. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo.

Ieri è stata eseguita l’autopsia sul corpo della donna, bisognerà attendere almeno sessanta giorni per scoprire la verità.

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