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Muore di malaria all’Annunziata, indagati otto medici

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COSENZA – Ancora un caso di presunta malasanità all’Ospedale di Cosenza.

La vita di un sessantaquattrenne è stata stroncata da tre giorni di febbre incessante che i medici del reparto malattie infettive non sono stati in grado di gestire. A dare il via all’indagine giudiziaria la figlia dell’uomo che con un esposto al vetriolo indirizzato alla Procura della Repubblica di Cosenza ha descritto la vicenda che ha portato alla morte del proprio congiunto. Il procuratore Granieri insieme al pm Assumma stamattina incaricheranno l’esperto in materia che dovrà eseguire l’autopsia sul corpo di Nicastri per accertare l’eventuale colpevolezza nella morte dell’uomo da parte del personale medico. La famiglia di Nicastri però non si fida. E all’esperto nominato dalla Procura affiancherà un proprio perito che assisterà agli accertamenti necroscopici. Attualmente sono otto gli iscritti nel registro degli indagati per la morte del pensionato. Otto professionisti che sarebbero entrati in contatto con l’uomo e ne avrebbero disposto le cure portandolo alla morte. I sanitari, dalle dichiarazioni della figlia di Nicastri, pare avessero a priori escluso la possibilità che l’uomo avesse contratto la malaria nonostante fosse stato loro ripetuto che il sessantaquattrenne era appena rientrato da una regione africana notoriamente colpita dalla malaria. Nulla però ha portato i medici a ritornare sui propri passi. Ipertermia, stanchezza, sudorazione e febbre incessante. Sintomi inconfondibili per gli esperti di malattie tropicali, ma non per i dottori dell’Annunziata che pare abbiano iniziato a sospettare che si trattasse di malaria solo poche ore prima del decesso dell’uomo avvenuto la scorsa settimana. A partire da stamane la magistratura spulcierà tra i diari terapeutici e la documentazione clinica per accertare eventuali responsabilità del personale medico e paramedico nella morte dell’uomo.

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