CATANZARO – Operazione all’alba della Squadra Mobile di Catanzaro.
In manette sono finite 23 persone ritenute responsabili della gestione del narcotraffico nel capoluogo calabrese, con canali di rifornimento in tutta la regione. Tra gli arrestati, che fornivano la droga alla clientela della Catanzaro ‘bene’, figurano persone insospettabili fra le quali anche un avvocato del Foro, Gennaro Corea e un appuntato dei carabinieri, Mario Russo. Entrambi sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di cocaina. Corea è stato portato in carcere mentre Russo è stato posto agli arresti domiciliari. Gli agenti della squadra mobile di Catanzaro, diretti da Rodolfo Ruperti, hanno compiuto numerose intercettazioni telefoniche e registrato le immagini delle attività di spaccio di droga.
Intensi i rapporti telefonici tra l’avvocato Gennaro Corea di 35 anni, ed il carabiniere Mario Russo, emersi nel corso delle indagini. Russo fino a diversi mesi fa era in servizio presso gli uffici della Procura della Repubblica di Catanzaro e successivamente, probabilmente proprio a causa delle indagini, è stato trasferito ad altro incarico. Tra Russo e Corea sarebbero state intercettate numerose telefonate durante le quali si sarebbe fatto riferimento alla droga. Gli investigatori, durante le indagini, hanno compiuto numerosi riscontri alle conversazioni dei due indagati.
Le indagini coordinate dalla Procura Distrettuale Antimafia hanno consentito di sgominare organizzazioni a cui capo vi erano persone che si avvalevano di giovanissimi, di indole particolarmente violenta, dedite anche a rapine ed estorsioni. L’avvocato del Foro di Catanzaro utilizzava una barca di sua proprieta’ per non destare sospetti nello smercio della cocaina a soggetti della “Catanzaro bene”. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal giudice per le indagini preliminari del tribunale di Catanzaro, Giuseppe Perri, che ha accolto la richiesta del Procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e dei sostituti della Dda, Carlo Villani e Vincenzo Capomolla.
L’operazione, denominata “All Inclusive” ha consentito di accertare che i soggetti più giovani, dell’organizzazione in diverse circostanze, con il fine di procurarsi somme di denaro per l’approvvigionamento di droghe, non avevano avuto remore ad effettuare diversi furti e rapine. Una rapina, in particolare, era stata compiuta nei confronti di un gestore di una rivendita di tabacchi del Quartiere Janò di Catanzaro che, nel novembre 2012, si era visto costretto a consegnare l’incasso della giornata ammontante a circa cinque mila euro a due persone armate di pistola che si erano allontanate a bordo di una autovettura condotta da un complice.
Le persone arrestate
Quindici persone in carcere, sei ai domiciliari ed un obbligo di dimora. In carcere sono finiti Antonio Scozzafava, di 51 anni; Stefano Sestito (25), Giovanni Russo (43), Alessio Melina (22), Lorenzo Merante (33), Gennaro Corea (35), Fabio Valentino (24), Alessio Gennaro Spagnolo (29), Antonio Gualtieri (42), Massimo Purcaro (40), Giuseppe Barbuto (39), Massimo Fazio (39), Giuseppe Tolomeo (34), Maurizio Anastasi (53) ed Alfredo Benincasa (37). Sono stati posti ai domiciliari Antonio Nisticò (24), Domenico Rubino (40), Santo Grande (56), Mario Russo (41), Filippo Potenza (35) e Vittorio Garcea (29). Un romeno è ricercato. E’ stato sottoposto all’obbligo di dimora Maurizio Colicchia (47).
La conferenza stampa dell’operazione
Avevano stretto un patto di ferro per calmierare ed avere un prezzo unico per la droga che veniva spacciata a Catanzaro. Il primo gruppo, faceva capo ad Antonio Scozzafava, di 41 anni, e Stefano Sestito 25enne, mentre l’altro era capeggiato da Antonio Gualtieri di 42 anni e Giuseppe Barbuto di 39. Il primo gruppo avrebbe spacciato la droga all’interno delle discoteche della zona di Catanzaro, considerato che molti degli arrestati lavoravano come addetti alla vigilanza. A questo poi si aggiunge il ruolo avuto dall’avvocato Gennaro Corea il quale, secondo gli investigatori, oltre ad aver avuto un ruolo di finanziatore, avrebbe anche utilizzato la sua barca per vendere lo stupefacente ad una clientela composta prevalentemente da professionisti della zona.
Il secondo gruppo si sarebbe occupato dello spaccio di droga svolto con i metodi classici. Tra i componenti c’era anche il titolare di un bar. In quest’ambito avrebbe avuto anche un ruolo il carabiniere Mario Russo. A quest’ultimo, inoltre, viene contestato anche un tentativo di recuperare le somme per una partita di droga non pagata. I particolari dell’operazione sono stati resi noti dal Procuratore della Repubblica di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo, dall’aggiunto, Giuseppe Borrelli, dal questore, Vincenzo Carella, e dal dirigente della squadra mobile Rodolfo Ruperti. “Questa è un’operazione – ha detto Lombardo – che deve dar fiducia alla gente. Lo spaccio di droga è un fenomeno che desta allarme e noi abbiamo dato una significativa risposta. Eravamo in presenza di due gruppi che avevano calmierato il prezzo della droga e la presenza di un carabiniere, che prima lavorava in Procura e poi è stato allontanato, ha destato in noi un’amara sorpresa. C’è poi l’avvocato che trattava droga sulla sua barca per gente raffinata”. Borrelli ha evidenziato che “questa attività dimostra che nel capoluogo ci sono spazi di illegalità”. Per il questore Carella si è trattato di una “indagine molto complessa che ha portato alla luce anche rapine e furti”. Ruperti ha riferito che “la droga veniva acquistata ad Isola Capo Rizzuto e nel reggino. Quantità di 2-300 grammi a settimana che poi veniva venduta a Catanzaro”.
