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Il procuratore indaga sullo schiaffo al giornalista da parte del figlio del boss

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PAOLA – L’episodio consumatosi a Paola porta con se gli strascichi della censura all’Ora della Calabria.

I carabinieri indagano per identificare l’uomo che avrebbe avvicinato il 31enne Pietro Calvano prima che questi iniziasse a schiaffeggiare il giornalista del Quotidiano della Calabria. Il giovane, figlio del boss Marcello Calvano assassinato nel ’99, sarebbe stato inizialmente attirato dalle urla del tabaccaio della piazza che imprecava contro il giornalista appellandolo come ‘pisciaturo’ per poi passare all’azione strattonando il malcapitato. L’aggressione al cronista Paolo Orofino intento a fotografare l’avvocato Gaetano, finito nel calderone degli indagati sulle consulenze d’oro all’Asp di Cosenza insieme ad Andrea Gentile, segue alla mancata stampa dell’Ora della Calabria per presunte ingerenze della famiglia Gentile sullo stampatore De Rose. In merito a tali vicende il procuratore di Paola Giordano Bruno esprime il proprio turbamento parlando di “due episodi spiacevoli probabilmente autonomi, probabilmente non collegati, a dir poco inquietanti che ledono la libertà di stampa. Sembrerebbe accaduto tutto in maniera accidentale – afferma il procuratore – anche se la vicenda fa seguito alle pressioni di De Rose per impedire la pubblicazione della notizia relativa all’iscrizione nel registro degli indagati del figlio del senatore Antonio Gentile. Si tratterebbe di un intervento casuale, non richiesto e non studiato nessuno può parlare di un collegamento tra i due fatti anche perchè a Paola si sarebbe consumato un ‘fuori-programma’ un’azione estemporanea. Resta fermo che entrambe le vicende esprimono un momento di inquietudine perchè, anche se da prospettive diverse mirano ad aggredire e porre un freno alla libertà di stampa”.

 

 

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