I dati si concentrano sugli effetti di microplastiche ingerite da organismi marini e, attraverso catena alimentare, dall’uomo. Presto trasmessi al Ministero dell’Ambiente.
CATANZARO – Realizzata dall’Unità Organizzativa Marine Strategy dell’Arpacal (Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria), è iniziata da pochi giorni l’elaborazione dei dati, raccolti in oltre due anni di campionamenti, sulla concentrazione di microplastiche nel mare Jonio e Tirreno calabrese; elaborazione, che sarà presto trasmessa al Ministero dell’Ambiente, già considerata molto utile per la valutazione dello stato di qualità dell’ambiente marino-costiero della nostra regione.
L’Unione Europea, quindi, con la Direttiva Europea 2008/56/CE meglio conosciuta come Direttiva Marine Strategy, ha chiesto ai paesi costieri che vengano effettuati monitoraggi delle microlitter lungo le acque costiere nazionali; in Italia il compito di attuare i protocolli metodologici è demandato alle ARPA. Le microlitter vengono definiti “interferenti endocrini” perché provocano disfunzioni ghiandolari. Possono arrivare fino all’uomo attraverso la catena alimentare, ma non è ancora noto quali effetti possano avere sulla salute umana. Gli studi in questo settore sono ancora agli albori; certo è che l’ingestione di microplastiche genera sugli organismi marini due tipi di impatti differenti: di natura fisica come lesioni agli organi e di natura chimica come trasferimento e accumulo di sostanze inquinanti.
L’utilizzo della rete permette di campionare grandi volumi d’acqua, trattenendo le microplastiche. La manta è costituita da una bocca rettangolare metallica da cui si diparte il cono di rete ed un bicchiere raccoglitore finale; due ali metalliche vuote, esterne alla bocca, la mantengono in galleggiamento alla superficie. I campioni prelevati vengono poi sottoposti ad analisi quali-quantitativa in osservazione allo stereo microscopio, suddividendo le microplastiche per colore e forma. La concentrazione di microplastiche viene espressa come numero di oggetti per metro cubo d’acqua di mare campionata. Una volta elaborati, i dati acquisiti da ARPACAL saranno caricati nella banca dati del Ministero dell’Ambiente. L’elaborazione dei dati risulterà di estremo interesse in fase valutativa dello stato di qualità dell’ambiente marino-costiero calabrese.
