Jannis Kounellis stava per realizzare una preziosa opera da esporre in maniera permanente al Castello di Rende.
RENDE (CS) – Un’opera d’arte grande quanto uno spazioso appartamento in città: duecento metri quadri. Un’opportunità per arricchire ulteriormente il Castello di Rende che però non potrà più essere sfruttata. Jannis Kounellis tra i più grandi artisti al mondo, il quale avrebbe dovuto realizzare il progetto è deceduto. L’artista aveva visitato diverse volte la Calabria. Dalla Grecia ancora ventenne si era trasferito in Italia divenendo uno dei promotori dell’arte povera, il primo a portare gli animali vivi e gli elementi nell’arte. Con Fabio Sargentini e Anna Paparatti espose alla Galleria l’Attico i cavalli veri, le cornici di grandi tele composte dalle gabbiette con uccellini e il grande pappagallo colorato; il fuoco da un fiore, le piante di cactus. A Rende nel Museo di arte contemporanea nel castello sono esposte le oper-foto storiche di queste performance donate da Anna Paparatti grande protagonista dell’arte del XX° secolo, calabrese.
Kounellis e molti atri “grandi” le avevano dedicato degli abiti donati a Rende, e gioielli come la collana con cannoncino di Pino Pascali. Anna aveva indossato per il vernissage alla galleria la Tartaruga l’abito disegnato per lei da Kounellis e cucito da sua moglie Efi, su cui aveva dipinto un fiore, una
A fine mostra Jannis Kounellis e Roberto Bilotti progettavano di donarle al Comune di Rende per creare una grande installazione di circa 200 metri quadri nella cavallerizza del castello con gli “oggetti poveri” del territorio calabrese, gli scarti di fornace di Seminara. Kounellis era rimasto affascinato dalle grandi maschere apotropaiche contorte dagli “errori di cottura” che ne avevano sciolto il colore i colore verde ramina degli ossidi del rame e giallo ferraccio dalla ruggine tipiche dell’arte figulina calabrese. Gli scarti erano stati già trasportati al castello, il progetto era già stato redatto e si aspettava la fine dei lavori di restauro del Castello per far ritornare a Rende l’artista e comporre l’installazione. Kounellis aveva elaborato l’opera con vari schizzi e disegni attraverso la Fondazione Volume di Franco Nucci. “E’ un grande dolore – afferma Roberto Bilotti – aver perso un amico e una grande opportunità di avere a Rende un’opera straordinaria che voleva interagire con il territorio assimilando una sua espressione creativa ed indicatore etno-antropologico come la ceramica”.
