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Le cosche erogavano prestiti agli imprenditori in difficoltà, 17 arresti

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ROMA – Una sorta di banca che concedeva prestiti agli imprenditori in difficoltà con tassi usurari.

Il “sistema creditizio parallelo” attraverso il quale le cosche della ‘ndrangheta prestavano denaro ad imprenditori calabresi e lombardi è stato scoperto dai Carabinieri del Ros e quelli del Comando provinciale di Reggio Calabria, coadiuvati dalla Direzione investigativa antimafia. Diciassette gli arresti in corso di esecuzione nelle province di Reggio Calabria e Milano. Nell’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del tribunale di Reggio Calabria, si contestano agli indagati le accuse di associazione di tipo mafioso, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attivita’ creditizia e intestazione fittizia di beni: tutti reati aggravati dalle finalita’ mafiose. Contestualmente, agli arresti sono stati sequestrati anche beni aziendali e quote societarie per un valore di otto milioni di euro. Al centro delle indagini condotte dal Ros, le “sinergie criminali” che si sono instaurate tra le cosche ‘ndranghetiste di Reggio e Rosarno per la gestione delle risorse finanziarie provenienti dalle attività illecite.

 

I particolari delle indagini

Il sistema di concessione prestiti a tassi usurari, era gestito dal gotha delle cosche reggine e della piana di Gioia Tauro. Delle 17 persone arrestate, di cui sette poste ai domiciliari, 12 sono finiti in manette in Calabria e 5 a Milano, di cui 3 ad opera della Dia del capoluogo lombardo. Il sistema, secondo quanto emerso nel corso di anni di indagine sarebbe stato gestito dalle ‘ndrine Condello, De Stefano, Tegano, Imerti e Buda di Reggio Calabria e Pesce e Bellocco di Rosarno, le più potenti della Calabria. A gestire materialmente il credito ad usura ad imprenditori e commercianti calabresi e milanesi, sarebbe stato Gianluca Favara, 47 anni, imprenditore nel settore della distribuzione per alberghi e titolare di una lavanderia, già coinvolto nell’inchiesta Meta condotta contro le principali cosche di Reggio Calabria ed in quella Mentore condotta dalla Dia di Milano nel 2012.

 

L’uomo sarebbe riuscito anche ad intessere relazioni con i Lampada di Milano, contatti interrotti dopo le operazioni giudiziarie che li hanno colpiti. Grazie ad i suoi contatti con settori dell’imprenditoria più o meno lecita, Favara riusciva ad individuare quegli operatori economici che nel periodo della crisi avevano difficoltà economiche e si faceva avanti per prestiti a tassi usurai. Quando le vittime non riuscivano a fare fronte ai debiti venivano intimiditi allo scopo di ottenere beni quali automobili o la sottoscrizione di preliminari di vendita di immobili. In un paio di casi, i componenti dell’organizzazione hanno anche aggredito le loro vittime. Il Ros ha anche scoperto una serie di intestazioni fittizie di beni riconducibili, in particolare, ai Condello ed ai Pesce che si erano attivati, rispettivamente, nel settore della distribuzione di slot machine e nelle imprese edili. L’inchiesta è stata coordinata dal pm della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo, titolare dell’indagine Meta, e dal pm dello stesso ufficio codelegato Alessandra Cerreti che coordina tutte le principali inchieste sui Pesce-Bellocco di Rosarno.

 

Il modus operandi
Applicavano tassi ad usura del 20% mensile abbinati ad ulteriori garanzie vessatorie, quali cessioni di quote societarie e trasferimenti della titolarità di immobili, anche di pregio. Le 17 persone arrestate stamani dai carabinieri del Ros, sono accusate a vario titolo, di associazione mafiosa, usura, estorsione, esercizio abusivo dell’attività creditizia e intestazione fittizia di beni, aggravati dalle finalità mafiose.

 

Il provvedimento, emesso dal gip di Reggio Calabria su richiesta della Dda, prevede il carcere per:

Francesco Buda (49 anni)

Giuseppe Codispoti (49 anni)

Domenico Condello (42 anni)

Francesco Condello (32 anni)

Gianluca Ciro Domenico Favara (47 anni)

Francesco Foti (56 anni)

Fortunato Danilo Paonessa (40 anni)

Vincenzo Pesce (62 anni)

Pasquale Rappoccio (58 anni)

Carmelo Vardé (28 anni).

 

Sono stati posti ai domiciliari:

Carlo Avallone (59)

Antonino Cotroneo (71)

Biagio Francesco Maduli (51)

Paolo Pizzimenti (26)

Maria Grazia Polimeni (37)

Giacinto Polimeni (62)

Mario Donato Ria (67).

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