CASSANO ALLO JONIO (CS) – Ben 215 tonnellate di ‘sugo’ sequestrate.
I carabinieri del Nas di Cosenza hanno posto sotto sequestro circa 300 mila confezioni di passata di pomodoro, in vetro e barattoli, ed apposto i sigilli ad uno stabilimento per la produzione di conserve vegetali. Il provvedimento è stato adottato a seguito di controlli sulla sicurezza alimentare che hanno messo in luce “gravi carenze igienico-sanitarie” e “mancanza di tracciabilità del prodotto”. Secondo quanto rilevato nell’ispezione dai militari del Nas di Cosenza, il prodotto, seguendo un ciclo privo di piano di autocontrollo, presentava evidenti segni di contaminazione e alterazione per la presenza di corpi estranei e tracce di muffe. Rilevati anche difetti di confezionamento. I militari hanno accertato, inoltre, che l’approvvigionamento idrico dello stabilimento avveniva attraverso l’utilizzo di pozzi artesiani di captazione delle acque del sottosuolo in assenza di analisi mirate a scongiurare eventuali presenze di agenti contaminanti. La merce sequestrata per un valore di 350 mila euro sarà adesso distrutta.
“Che da tempo si facciano affari nel settore agroalimentare ormai è una certezza e questo tra l’altro incide negativamente anche sulla salute dei cittadini: ambedue le cose per tutti noi sono inaccettabili e quindi continuiamo a chiedere alle forze dell’ordine specializzate, che ringraziamo per il lavoro che svolgono, quali sono i Nas ‘tolleranza doppio zero'”. Lo afferma, in una nota, Pietro Molinaro, presidente di Coldiretti Calabria. “Giudichiamo quindi positiva – prosegue Molinaro – l’operazione dei Nuclei Anti Sofisticazione che hanno sequestrato a Cassano all’Ionio confezioni di conserve alimentari perché adulterate, contraffatte o falsificate senza alcuna tracciabilità del prodotto. La Calabria su questo fronte è particolarmente esposta e, quindi, si deve intensificare l’impegno di tutti perché la scelta obbligata è quella della qualità in senso nutrizionale e salutistico. Le frodi alimentari sono da condannare senza appello, anche perché il nostro export, che pure in un periodo di crisi cresce grazie alla distintività delle produzioni, può risultare enormemente danneggiato. Non ci rassegniamo ad una omologazione verso il basso che è nemica delle nostre produzioni e della occupazione”.
