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Educatori a sostegno dei bimbi delle case occupate: “Senza un tetto sulla testa, la mente non cresce”

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Manifesto degli educatori e delle educatrici della Calabria a sostegno dei bambini e delle bambine delle case occupate.

 

 

COSENZA – “Abbiamo appreso dagli organi d’informazione che le autorità cittadine sarebbero in procinto di effettuare un’azione di polizia per sgomberare l’edificio Aterp sito in via Savoia dove negli ultimi mesi hanno trovato un tetto 32 nuclei familiari italiani e migranti. Siamo educatrici, educatori, docenti della scuola e dell’università, operatrici e operatori impegnati nelle agenzie socializzanti dei quartieri di questa città e dell’intera urbana. Molti di noi conoscono i bambini e gli adolescenti delle case occupate di viale della Repubblica e via Savoia per averli accompagnati in attività culturali, ricreative e sportive. Riteniamo inammissibile che in nome di una legalità strabica, troppo spesso sanzionatrice di microreati compiuti dai più deboli per questioni di sopravvivenza ma quasi mai realmente applicata nei confronti dei gruppi di potere politico-criminale che infestano il territorio, si proceda con l’uso della forza pubblica contro famiglie inermi e indigenti, perseguendo il fine di restituire ad enti pubblici di dubbia onestà e funzionalità quei beni comuni abbandonati al degrado per tanti anni, restituiti alla città solo dall’azione pacifica di persone estromesse dal diritto all’abitare.

Queste persone non si sono piegate ai ricatti dei padrini che governano l’Aterp e non solo. Queste persone, a differenza di tante altre, hanno agito alla luce del sole, non si sono rivolte alle organizzazioni criminali per ottenere quello che a loro spetterebbe. Queste persone non hanno la possibilità economica di sostenere gli elevati costi di un affitto. I figli di queste famiglie, i bambini abitanti delle case occupate, non meritano di essere trattati come extralegali solo perché i rispettivi genitori, per garantire loro un tetto, hanno commesso una piccola illegalità che nei fatti non nuoce a nessuno e non costituisce minaccia alcuna per il vivere civile.Vi preghiamo pertanto di annullare qualsiasi azione coercitiva programmata nei loro confronti, e di attuare soluzioni concertate che esulino dall’utilizzo della forza pubblica. Uno sgombero forzoso, sul modello di quanto già avvenuto raramente a Cosenza, avrebbe degli effetti devastanti per la crescita di questi bambini.”

Primi firmatari/e

(l’elenco delle firme è in costante aggiornamento) 

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