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Presunta malasanità, la sorella del medico che ‘spaccava femori’ per allenarsi: “E’ un professionista”

protesi

Anche un cosentino che era migrato a Milano per farsi curare, terrorizzato dal reparto di Ortopedia dell’Annunziata, ha rimosso la protesi a causa di un’infezione da cromo-cobalto.

 

COSENZA – Il dottor Norberto Confalonieri sarebbe vittima di un’inspiegabile “gogna mediatica”. Ad affermarlo è sua sorella Patrizia Confalonieri che accusa la stampa di gettare fango sul fratello “noto e stimato chirurgo ortopedico italiano” solo per aver maggior visibilità. “In realtà – scrive la donna – la vicenda è surreale e merita qualche riflessione. Un medico di 65 anni, da due mesi si trova agli arresti domiciliari, in seguito ad intercettazioni, indizi e teoremi, senza nessuna prova, provata, essendo innocente fino al terzo grado di giudizio. Nel 2015, sono bastate alcune dichiarazione di colleghi, che hanno espresso lamentele alla Procura di Milano, nei suoi riguardi, dipingendolo come un ‘interventista e decisionista’ (parole sante per un primario), per autorizzare una serie infinita di intercettazioni telefoniche.

 

Queste erano solo sfoghi, dopo dure giornate di sala operatoria (riguardanti complicanze e difficoltà incontrate), enfatizzazioni, linguaggio goliardico od invenzioni di sana pianta. Ma sono bastate per costruire un teorema accusatorio e delineare una personalità, che non trovano riscontro nella realtà. La consegna dell’ordinanza cautelare alla stampa (ricca di stralci di conversazioni telefoniche), mirata a distruggere la figura di un professionista, dedito alla chirurgia, ai pazienti ed al lavoro indefesso, hanno dato la stura ad una gogna mediatica mai vista. Per una settimana non si è parlato d’altro sui media. Televisione, radio, giornali, talk show, l’hanno dipinto come un mostro spaccafemori e corrotto.

 

I colloqui avuti con il suo avvocato dopo le interrogazioni con il GIP ed i PM, dipingono un quadro accusatorio basato su intercettazioni, nessuna prova, solo supposizioni ed indizi. La realtà è ben diversa. Non è un mostro, né un money maker, come è stato descritto, ma l’esatto contrario. Nato a Seregno, in Brianza 65 anni fa, ha avuto un’educazione rigida ed una formazione scolastica cattolica ed umanistica, presso il collegio arcivescovile Ballerini (fino al diploma a pieni voti del liceo classico). Laureato in medicina e specializzato in Ortopedia e Traumatologia, con lode, a Milano, dal 1976, frequenta il Centro Traumatologico di Milano, prima come studente poi, via via, scala tutti i gradini della carriera, fino a Primario, nel 1999. grazie al suo indefesso lavoro, senza appoggi politici.

 

Ai tempi vigeva il manuale Cencelli, in sanità, “per un posto pubblico: uno alla DC, uno al PCI, uno al PSI ed uno bravo”, ecco, lui era quello bravo. In ospedale ha sempre dato il massimo. Era sempre il primo ad arrivare. Anche da Primario, prendeva servizio prima delle 7, non ha mai fatto un giorno di malattia, in più di 35 anni di lavoro, ha sempre operato tutti i giorni, cercando per i pazienti la vera chirurgia mininvasiva, per un approccio meno aggressivo, con la migliore tecnologia sul mercato. E’ sempre stato attento alle minoranze, per la sua chirurgia mininvasiva, praticava meno trasfusioni di sangue ed era diventato un punto di riferimento per i testimoni di Geova, uno dei motivi di discussione con il primario Anestesista, sempre contrario. Da sempre, ha aperto un ambulatorio al CTO, con il servizio sanitario nazionale, per i pazienti meno abbienti, e visita circa 30 persone alla settimana.

 

Cosa rara per un Primario. Collabora con Mondo x di Padre Eligio, visita e cura tutti i loro assistiti, in ospedale. E’ un rotariano dal ’92, organizza manifestazioni di beneficenza ogni anno, distribuendo fondi a tutte le associazioni più importanti (Lega del Filo d’Oro, Vidas, Dino Ferrari, ecc.), ha fondato una cooperativa per il recupero al lavoro dei disabili mentali, a Desio (Lavori in Corso), cura tutti, ed i parenti di tutti, gratis. Primario dal 1999, opera circa 300 pazienti l’anno, non aveva contenziosi aperti con loro. Dopo questa gogna mediatica, solo tre pazienti hanno chiesto di “patteggiare un rimborso”, prima di aprire un contenzioso. L’avvocato riferisce che, a giudizio suo e dei suoi consulenti, sono tutti e tre infondati.

 

Lo stesso paziente, che ha vagato per tutte le trasmissioni televisive, per infangare mio fratello, ha chiesto un incontro con gli avvocati per patteggiare, in quanto, sembra che non sussistano più le accuse di danno volontario. Rigettata ogni accusa, c’è il forte sospetto che non si apra neppure la causa civile. Il signore di Cosenza, citato dalla testata QuiCosenza, non è stato operato da mio fratello e quel tipo di protesi d’anca, non veniva utilizzata al CTO – Ricordo che lui era Primario del presidio CTO (via Bignami 1) dell’Azienda Pini/CTO, dal 2015 e, prima, dell’azienda ICP di Milano. Ha un contratto extra-moenia con l’ospedale, cioè e’ un libero professionista, ha una partita iva. Tutti i compensi ricevuti dalle Ditte, non sono tangenti in nero, ma rimborsi per prestazioni scientifiche di divulgazione e aggiornamento.

 

Tutti i compensi (6, dal 2012 al 2016, per un ammontare di 30.000 circa) sono rintracciabili, fatturati, non c’è occulto. Del resto, Aziende Multinazionali medicali non possono permettersi un occulto. Tantomeno con lui che segue un indirizzo scientifico, non di produzione. Del resto, non collabora con una sola ditta, ma segue un indirizzo scientifico. Le ditte che lavorano con lui devono essere interessate alla tecnologia computer e robot assistita, devono avere protesi mininvasive e partecipare alla divulgazione scientifica, supportando le sue iniziative congressuali.

 

E’ solo un primario, sopra di lui c’è un capo dipartimento, un direttore sanitario, un responsabile approvvigionamento ed un direttore generale. Benchè sia stato necessario spendere due parole nel merito, si evidenzia, comunque, che il reato di lesioni colpose non è neppure stato posto a fondamento della misura cautelare. Vale la pena ricordare qui che stiamo parlando di una persona incensurata, di 65 anni, primario ospedaliero dal 1999, che ha passato la sua vita alla cura dei pazienti ed alla scienza chirurgica e, attualmente, non ha un contenzioso, ufficiale, aperto con i pazienti. Per tutte queste ragioni, vi chiedo di accogliere l’appello di mio fratello per una smentita immediata della stessa importanza”.

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