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Allarme terrorismo, esplosivo nel latte per neonati

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ROMA – Esplosivo nascosto nel latte per neonati, da far esplodere in volo sugli aerei in partenza dagli aeroporti italiani.

Sarebbe questa la minaccia segnalata dai servizi segreti alle forze di polizia, che hanno alzato le misure di sicurezza negli aeroporti più a rischio. La notizia è contenuta in una nota operativa riservata che è stata trasmessa dai nostri 007 agli uffici della Polaria e si baserebbe su informazioni “acquisite in ambito internazionale” dai servizi d’intelligence di altri paesi dell’Ue, degli Stati Uniti e di Israele. “Gruppi terroristici – si legge nel documento riportato dal quotidiano – potrebbero adottare un nuovo metodo per occultare ai controlli di sicurezza materiale esplosivo da introdurre a bordo di aeromobili”. In sostanza i terroristi potrebbero utilizzare “scatole di latte per neonati riempite con un composto di ammonio, zucchero in polvere, cloridrato di potassio e di zolfo, nonché un apparecchio elettronico (cellulare, radio, ecc) con funzione di detonatore”. 

 

I componenti della bomba, sostiene ancora la nota riservata, “potrebbero essere suddivisi tra più soggetti per essere assemblati a bordo del velivolo scelto come obiettivo”. Per questo si richiede al personale negli scali aeroportuali “la massima attenzione durante i controlli di passeggeri in partenza, dei bagagli e delle merci, onde garantire il massimo scrupolo operativo”. Ed è allerta anche nel nostro paese, pur non essendoci, ribadiscono fonti d’intelligence e dell’antiterrorismo, alcun segnale specifico che possa far ritenere l’Italia, soggetto ad una minaccia ravvicinata. Allo stato, viene sottolineato, l’offensiva dell’Isis in Siria e in Iraq e le minacce dei suoi membri all’occidente, fanno dell’Italia, come degli altri paesi dell’Ue, un obiettivo possibile dei fondamentalisti.  Nei principali scali italiani, soprattutto Fiumicino e Malpensa, in realtà i controlli erano già stati intensificati a seguito della circolare inviata dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza subito dopo l’uccisione del giornalista americano James Foley nella quale si chiedeva di prestare la massima attenzione sugli obiettivi sensibili, tra cui appunto gli aeroporti, e potenziare le verifiche su passeggeri e bagagli in partenza.

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